Inizia con una frase involontariamente ironica su Prodi: “è un nome autorevole anche a livello internazionale”.”Trovo intollerabile che si possa pensare l’esclusione di Romano Prodi”.

Sul Quirinale Vendola vuole seguire il “metodo Boldrini”, quello con cui si è arrivati all’elezione della presidente della Camera e del presidente del Senato. “Invece di esorcizzare il terremoto”, dopo le elezioni “io ho detto a Bersani, rompiamo il tabù. Nel M5S c’è un deposito di energie fresche indispensabili per dare una prospettiva al Paese. Nel governissimo, nell’inciucio c’è la puzza della vecchia politica” e allora “credo che dobbiamo incamminarci su quella strada”.

Insomma, tra una cena e l’altra coi magistrati che lo devono giudicare, Vendola ancora punta sull’ammucchiata grillina – lui ha un debole per certe pratiche – sperando nell’identità di estrema sinistra di molti eletti del M5S. Si comportano – lui e lo smacchiatore – come avessero vinto le elezioni, e non di poco, ma con una maggioranza oceanica. Quanto credono che duri la sopportazione di quella parte di popolazione – oggi maggioritaria – che non trova espressione istituzionale?

E’ veramente disgustoso, gli unici a non avere voce in capitolo sull’elezione del presidente della Repubblica sono gli Italiani.