Facebook censura giornalista per aver scritto “clandestino”

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Ancora da La Gazzetta di Viareggio che, dopo il caso del direttore denunciato dalla fantomatica associazione Carta di Roma per avere utilizzato il termine “clandestino” sul suo giornale, per lo stesso motivo vede una sua giornalista “bloccata” su Facebook.
Non è strano, visto che il proprietario del social network è in piena campagna per una sanatoria di clandestini negli Usa, clandestini che sono, per i ricchi come lui, manodopera low-cost da utilizzare a discapito dei propri connazionali.

di Letizia Tassinari
Accendere il pc, aprire Facebook – come faccio ogni giorno quando inizio a scrivere i miei articoli per la testata giornalistica per la quale collaboro, wwww.lagazzettadiviareggio.it, visto che sul noto social network esistono anche tre distinti gruppi, La Gazzetta di Viareggio, La Gazzetta di Lucca e la Gazzetta del Serchio. dove io e alcuni colleghi inseriamo i link alle varie notizie – e scoprire che utenti a me ignoti mi hanno “segnalato” è stata una sorpresa!!! Eppure non ritengo ( anzi sono certa!!! ) di essere mai stata “offensiva”, “violenta” o “incitante all’odio raziale”. Laureata in Giurisprudenza, con tanto di fedina penale immacolata, mi occupo di cronaca nera da diversi anni. Oltre alla segnalazione, poi, è arrivato anche il “castigo”: per tre giorni, ossia esattamente 72 ore, nemmeno un minuto o secondo di meno, da ieri mi è stata inibita la possibilità di pubblicare alcunchè! Unico “licet” il poter chattare, privatamente, cosa, questa, che faccio assai di rado, e solo con colleghi e amici strettissimi.

Roba da non crederci, direte. Ma tant’è, e nulla si puo’ fare per ridurre, o annullare, il “cartellino rosso”.

Nemmeno avessi pubblicato una foto pornogfrafica, o scritto bestemmie o creato un gruppo, come quello chiuso ieri dalla Polizia Postale per vilipendio al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

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Il mio unico “peccato”, qualche ora prima della “segnalazione”, e del conseguente blocco per tre giorni, aver pubblicato una notizia, a firma del direttore delle tre testate, Aldo Grandi, con il quale lo stesso informava i lettori di essere stato oggetto di un esposto per via di un titolo non “consono” ai parametri dettati dalla Carta di Roma, e un post di solidarietà arrivato in suo favore. A chi ho dato “noia”? Mistero…

“I blocchi sono temporanei. La politica di Facebook prevede che venga messa fine ai comportamenti che potrebbero essere considerati fastidiosi od offensivi dagli altri utenti. Se il tuo account è bloccato, riuscirai ancora ad accedere a Facebook, ma potresti non riuscire a usarne le funzioni”, questo l’avviso degli “amministratori” del social network, con l’aggiunta della informazione che “Le normative di Facebook prevedono che venga messa fine ai comportamenti che potrebbero essere considerati fastidiosi od offensivi dalle altre persone. Abbiamo appurato che hai utilizzato una funzione in un modo che potrebbe essere considerato improprio, anche se non era tua intenzione”.

Che dire? Incredibile davvero. Un utente, due o tre ( o non so quanti, e soprattutto chi ) segnala e “mister” Facebook non verifica di cosa si tratti, prima di “censurarmi” e “punirmi”?

Due anni or sono fui vittima di un hacker, che mi rubò password ed e-mail di appoggio al mio vecchio profilo sul social network, ma nonostante la denuncia presentata alla Polpostale, e le indagini degli investigatori, il giallo è rimasto tuttora senza soluzione. Il server di Facebook è negli Stati Uniti, e la polizia italiana, come la magistratura inquirente, per indagare, deve per forza far ricorso alle rogatorie internazionali, ma da quanto riferitomi la “collaborazione” nelle indagini è accordata solo in casi di crimini maggiori. Ergo l’anonimo hacker…è molto probabile che rimarrà ignoto.

Gli amici di Facebook, e molti lettori affezionati della nostra testata, si sono fatti in quattro a darmi la loro solidarietà: “Solidarietà alla dottoressa Letizia Tassinari. Per favore non zittite Letizia. Siamo così abituati alle sue cronache e alle sue avventure, che sarebbe un silenzio assordante!”, queste le parole del professor Mario Di Fiorino, primario del reparto di psichiatria dell’ospedale unico “Versilia”. “Sono con te, Letizia, ricorda un verso di un canto folgorino – mi ha invece scritto un vigile del fuoco, nonchè parà in congedo – : “In faccia al mondo vile, brilla la stella del valor!!!! tu sei una stella di valore!!!!”.