Una norma del Trattato di Istituzione del Meccanismo Europeo di Stabilità (ESM) sottoscritto dai 17 paesi dell’Eurozona pochi mesi fa, e obbligatoriamente ripreso dal decreto 96717 del Ministero dell’Economia e delle Finanze stabilisce che i titoli di Stato acquistati dopo il l’inizio del 2013 sono soggetti ad una differente legislazione in caso di crisi: in sostanza è prevista una decurtazione di capitale dal 50% al 75% a seconda dei casi.

Non è una novità, è stato lo stesso meccanismo applicato in Grecia – ma ancora non istituzionalizzato – e, era stato detto, sarebbe stato un “caso eccezionale”, esattamente come l’esproprio dei depositi bancari a Cipro.

Il meccanismo si applica in caso di difficoltà dell’emittente del titolo – in questo caso lo Stato – e scatta quando lo Stato e un certo numero di investitori che detengono i titoli si accordano. L’accordo di decurtazione per essere valido necessita infatti, solo di una percentuale di investitori, raggiunta la quale è poi valido per tutti gli altri.

In Grecia è già avvenuto, a Cipro ha preso altre forme. Non sempre i ladri agiscono allo stesso modo.
Quel che è chiaro, e che i media di distrazione di massa non dicono, è che i titoli del debito degli stati, quelli italiani compresi, non sono più sicuri. Quando meno te lo aspetti può arrivare qualcuno e dirti “ehi, quei bot valgono la metà”.

E’ un altro grande successo dell’euro.