Una donna con una grande dignità non avrebbe avanzato alcuna pretesa, del resto non ci pare sia stata decisiva nelle fortune economiche dell’ex marito. Ma oggi la dignità vale poco, molto poco. Sicuramente meno di 100mila euro al giorno.
Così la signora Lario con il deposito di una memoria si è costituita nella causa di separazione da Silvio Berlusconi in vista dell’udienza davanti ai giudici d’appello di Milano per difendere il bottino che il primo grado le ha consegnato.
Nell’udienza si discuterà l’istanza presentata da B. per sospendere d’urgenza l’assegno di mantenimento da 36 milioni l’anno, stabilita lo scorso dicembre con una sentenza della nona sezione del Tribunale e impugnata dal leader del Pdl.
Ci sarebbe molto da dire. Partiamo da un presupposto: una donna che quantifica il proprio amore con un valore in denaro rischia di essere assimilata ad una prostituta. Non importa l’ingenza della somma, quella semmai distingue la prostituta da strada da una d’alto bordo.
Gli assegni di mantenimento dovrebbero coprire, nel caso di colpa del marito il mantenimento della ex moglie, ma oltre una certa cifra che garantisca una vita decorosa, non dovrebbero essere legati alla ricchezza dell’ex marito. Perché questo è ridicolo.
Per quale motivo la Lario dovrebbe prendere 100mila euro al giorno mentre Veronica ex di un impiegato può vivere con 1000 euro?
Il fatto che il mantenimento non sia fisso ma proporzionale alla ricchezza lede profondamente la dignità delle donne, in questo caso si, mero oggetto. Ma si sa, il denaro è un buon mezzo per umiliarsi.