Affamati di poltrone: Marino Mastrangeli, il “grillino” prezzemolino innamorato di Bersani

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Marino Mastrangeli è uno che ama apparire, prima ha partecipato a Domenica Cinque, condotto dall’insaziabile – di sciocchezze – Barbara D’urso. Poi si è dato alle interviste, dove ha spiegato la sua posizione – dove vale l’indeterminazione di Heisemberg -: “Tutto quello che non è compreso nel Non-statuto va sottoposto alla valutazione degli attivisti”. Tradotto: voglio fare un governo con Bersani.

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“Non basta un voto a maggioranza di noi parlamentari. Noi siamo dei semplici esecutori del mandato che ci hanno conferito cittadini e attivisti, per questo dovremmo consultarli sempre, anche per queste questioni”. Un referendum on-line su ogni decisione, insomma. O quasi. Spiega Mastrangeli: “La nostra linea politica è quella sancita dal programma, le cose da fare sono già scritte lì. Poi io sono da anni fautore della democrazia diretta, per cui ritengo che qualunque provvedimento che non sia compreso nel programma debba essere sottoposto alla valutazione degli attivisti”. Lui è “fautore della democrazia diretta”, ma dimentica che il M5S è stato votato da una decina di milioni di persone, con il chiaro mandato di abbattere il sistema e non di fare accordi con una parte di esseo. “Consultare” un migliaio di attivisti non significa “democrazia diretta”, ma “oligarchia telematica”.

La democrazia diretta è far decidere ai cittadini, non ai grandi elettori. Ma l’intento del povero Mastrangeli è uno solo: una bella poltrona. I mezzi sono tutti leciti.