“Le banche sono in grave sofferenza”, scrive il Fondo monetario internazionale nel suo report sulla Slovenia.
Le sofferenze bancarie delle tre maggiori banche raggiunto lo scorso anno il 20.5%, raggiungendo un terzo di tutti i prestiti alle imprese.
Lo spread sul debito ha superato i massimi dall’ingresso nell’area euro.
Il paese – come tutti tranne la Germania – ha perso competitività da quando è entrato nell’euro ed è vicino al collasso economico. I mercati, finora, sono stati compiacenti, ma è chiaro da tempo che le banche hanno bisogno di ricapitalizzazione, e non è facile raccogliere fondi in questo clima.
Il FMI prevede che l’economia si contrarrà di 2 punti percentuali quest’anno, dopo una caduta del 2.3% nel 2012.
Come già riferito in un precedente articolo, la Slovenia ha attivi bancari che valgono il 130% del Pil, non paragonabili all’eccesso cipriota.
Come Cipro, il piccolo stato ai nostri confini orientali – confini senza frontiere tra l’altro – ha una popolazione di appena 2 milioni, che è troppo piccola per costituire una minaccia finanziaria. Ma un tracollo del settore bancario potrebbe creare problemi in Friuli e Veneto.
Intanto si affaccia anche il problema Lussemburgo, che come Cipro è un “hub” finanziario e bancario all’interno dell’Eurozona. Le attività bancarie in questo caso valgono addirittura il 2.500% del PIL, di gran lunga il lievello più alto della zona euro. Cipro è (era) a circa 700/800 per cento.
Al momento può sembrare sorprendente quanto poco contagio c’è stato dopo il dramma di Cipro. Un’altra dimostrazione di come le nazioni della Ue, lungi dall’essere interconnesse “culturalmente”, lo sono solo politicamente ed economicamente: i popoli non si sentono parte della stessa struttura, tanto che, in una fase drammatica, non assumono comportamenti comuni. Per essere chiari: se in Texas si verificasse quello che è avvenuto a Cipro, gli abitanti di New York correrebbero a ritirare i soldi dalle banche. Qui non è successo – o meglio – non è successo in termini caotici ma probabilmente sta avvenendo sotto traccia.
Intanto Moodys avverte che la gestione irregolare di Cipro ha “significativamente intensificato i timori che circondano la sicurezza dei depositi bancari in altri paesi europei”, e lasciato vulnerabile il Portogallo, dove il debito pubblico ha raggiunto il 123% del PIL nel 2012 e continua a crescere. L’economia probabilmente si contrarrà del 2% quest’anno.
E l’Italia? L’Istat ci dice che l’economia potrebbe contrarsi quest’anno, di più rispetto alla previsione ufficiale di -1.3%, senza nessun recupero fino al 2014. Sempre che ci sarà, questo recupero.
Ma nessuno ha il coraggio di decretare la fine dell’esperimento contronatura chiamato euro.