Caso Stormfront: le folli richieste del pm

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ROMA –  Il pubblico ministero Luca Tescaroli – che nel tempo libero ha frequentazioni con le parti civili del processo – nel corso del giudizio abbreviato davanti alla prima corte d’assise di Roma, ha chiesto di condannare gli imputati Mirko Viola, Diego Masi, Luca Ciampaglia e Daniele Scarpino, a pene che variano dai 4 anni e 10 mesi ai 4 anni e un mese di reclusione, oltre all’interdizione dai pubblici uffici. Non solo. La pubblica accusa ha anche richiesto la confisca del sito Stormfront, richiesta puramente onirica, visto che negli Usa non si applica la legge italiana.

Al lungo elenco degli sciacalli delle parti civili – tra le quali figurano l’antimafiologo Roberto Saviano e  Pacifici – quello che Grillo è il nuovo Hitler –  il direttore dell’inutile ufficio nazionale Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri Massimiliano Monnanni e tre giudici di un collegio del tribunale di Palermo – si sono aggiunti, oggi, la presidenza del consiglio dei Ministri e il ministero dell’interno, rappresentati dall’avvocatura dello Stato.

La sproporzione delle forze in campo è evidente. Forse la presidenza del consiglio dei Ministri, dovrebbe impegnarsi a riportare in Italia i marò, invece di perseguitare quattro ragazzi, rei di avere scritto e diffuso idee sul web.

Ad accogliere i quattro imputati, al primo piano della palazzina B del tribunale, nell’aula della corte d’Assise, decine di sostenitori, oltre ai familiari degli arrestati, che hanno rivolto un applauso ai quattro imputati, seduti dietro ad una gabbia di vetro.  Applauso subito condannato dai carabinieri del tribunale, che li hanno esortati ad uscire in fretta dall’aula. Oltre a tutti gli avvocati delle parti civili, ha assistito all’udienza il presidente della comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici, “in segno di rispetto – ha spiegato – nei confronti del pm Tescaroli, che ha coordinato le indagini”.  In qualsiasi paese civile, gli stretti legami tra una delle parti civili e il pm del processo invaliderebbero il processo stesso, in Italia invece, le si ostentano con sprezzo della legge.  Come in ogni regime che si rispetti, agenti della polizia politica, la Digos, erano presenti in via cautelativa all’udienza per fotosegnalare eventuali sostenitori.

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Nella sua retorica e inarticolata requisitoria, il Pm ha evidenziato che gli imputati “rappresentano lo zoccolo duro di un temibile gruppo criminale, un’avanguardia di soggetti ideologicamente e biologicamente maturi. Soggetti che si collocano in una fascia di età tra i 42 e i 23 anni e il cui retroterra culturale si è posto alla base dei tragici eventi che hanno recentemente segnato l’Europa”.

E quali sarebbero i reati di questo “temibile gruppo criminale”? Eccoli:

Nel dettaglio, Tescaroli ha chiesto per Daniele Scarpino, milanese di 24 anni, ritenuto l’ideologo del sito, una condanna a 4 anni e 10 mesi; per i moderatori Diego Masi, 30enne di Ceccano (Frosinone) e Luca Ciampaglia, 23 anni di Atri (Teramo), rispettivamente 4 anni e un mese e 4 anni e sei mesi. E infine 4 anni e 8 mesi per Mirko Viola, 42 anni di Contu’ (Como), vicino agli ambienti di Forza Nuova e autore di un documentario negazionista. A quest’ultimo, il pm ha anche contestato la pubblicazione di cinque lettere di stampo antisemita e negazionista, inviate dalla sua cella di Regina Coeli ad un avvocato, che le ha diffuse, nelle scorse settimane, sul web.

I reati del gruppo criminale sono la scrittura di lettere e la diffusione di idee. Reati che non dovrebbero esistere in un paese libero, dove le idee, anche le più becere, oltranziste e irrispettose dovrebbero essere permesse e tutelate.

La sentenza è prevista per l’8 aprile.




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