Marò: lo strano racconto di Emiliano

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“La sera in cui aspettavo Salvatore Girone nella sua abitazione, quando si è saputo che ero lì e che probabilmente avrei interferito nella scelta di tornare, il presidente del Consiglio Mario Monti mi ha chiamato pregandomi di non interferire sulla volontà del sergente Girone”.
”Non ho minimamente interferito perché il presidente del Consiglio mi ha dato questo indirizzo e io l’ho rispettato”. ”Ovviamente ho detto al presidente del Consiglio che mi auguravo che, come il sindaco e i familiari non avrebbero interferito sulla volontà di Girone in una direzione, nessuno avesse fatto la stessa operazione al contrario”. ”Perchè laddove fosse stata fatta questa operazione, si trattava di una attività secondo me suscettibile di una valutazione penale”.

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”Chi e con che mezzi ha convinto Girone e Latorre a tornare in India nonostante la situazione infernale che era stata creata a causa delle incertezze della nostra diplomazia e delle incertezze del nostro governo”.
”Ho informato il procuratore militare De Palma del fatto che Salvatore Girone è partito per Roma con la ferma volontà di non ripartire per l’India ed è tornato invece, chissà per quale ragione, convinto di dovere partire ad ogni costo”. ”Ci tengo che questa cosa sia accertata e la mia e’ una vera e propria denuncia, perchè se Salvatore ha deciso di sua spontanea volontà va tutto bene, ma se qualcuno avesse anche semplicemente prefigurato un danno per lui e/o per la sua famiglia o per la sua carriera per indurlo a partire, ci troveremmo di fronte a una situazione suscettibile di valutazione penale”.

Questi interventi a scoppio ritardato sono deprimenti. Ma quali strani interessi hanno imposto il ritorno in India dei marò.