Venezia: i Sinti vogliono le case popolari, gratis

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«Volevano il villaggio in pieno centro e glielo hanno dato, ora vogliano più spazi, vogliono la casa, l’appartamento e persino edificare in terreni di loro proprietà e sarà concesso loro: la storia dei sinti ci induce a pensare che esiste la professione di “disagiati”, un mestiere che ti permette di ottenere tutto dal Comune senza dover dar nulla». Ad intervenire sulla richiesta degli abitanti di via del Granturco di abbandonare il villaggio per accedere ad una residenza Erp (Edilizia residenziale pubblica), è la portavoce del comitato Residenti Favaro, Elettra Vivian: «Con la loro stanzialità hanno ottenuto dal Comune tutto in forza del loro stato di “integrandi”: dimora, servizi, esenzioni, assistenza. E noi integrati a sgobbare tutti i giorni per poterci comprare casa e non pesare sul debito pubblico. Noi integrati saliamo su tram e bus e paghiamo il viaggio circondati da professionisti del disagio che viaggiano gratis, ci guardiamo attorno e vediamo la nostra città sempre più violenta, invasa da professionisti del disagio. Queste ennesime giustificazioni verso i sinti offendono i nostri quotidiani sacrifici».
Stessa lunghezza d’onda per il consigliere comunale del Pdl, Saverio Centenaro: «Hanno ragione a sfruttare il loro “disagio” come mezzo per ottenere dal Comune di centrosinistra quello che vogliono. La storia ha dimostrato che i molti soldi messi a loro disposizione con il nobile fine di inserirli nella nostra comunità, hanno dato come ultimo risultato le sparatorie. Ora siamo di fronte all’ennesimo spreco di denaro per le politiche sociali di questo Comune, ad un nuovo fallimento senza colpevole. È inutile chiedere ad un’amministrazione sorda che provveda all’allontanamento dalla città di soggetti pericolosi. Non lo farà. Avanti di questo passo i cittadini per bene vivranno barricati in casa. I sinti, morosi nei pagamenti e irrispettosi dei regolamenti, vanno impiegati in lavori socialmente utili, come spazzare le strade, così da risarcire la città in cui vivono di quello di cui beneficiano».