E’ un Universo “quasi perfetto” quello che ha rivelato il telescopio spaziale Planck i cui dati sono stati presentati alla comunita’ scientifica internazionale oggi a Parigi. Si tratta della mappa piu’ precisa mai realizzata del fondo cosmico a microonde, la radiazione fossile del Big Bang, acquisita dal telescopio spaziale Planck dell’Agenzia Spaziale Europea. La mappa rivela l’esistenza di caratteristiche che mettono in discussione le basi della nostra attuale comprensione dell’universo, spiegano Esa, Asi e Inaf in una nota congiunta.
E’ il primo “sorriso” dell’universo. La mappa più dettagliata mai realizzata della più antica luce emessa dal nostro universo.
Le macchie rosse e blu confermano con una precisione sorprendente le teorie cosmologiche che spiegano l’evoluzione dell’universo un frazione di secondo dopo il Big Bang.
La mappa rivela piccole variazioni nella “radiazione cosmica di fondo” o CMB con acronimo inglese – il debole bagliore di radiazione che è come il fossile della prima luce che ha illuminato il cosmo. Questi fotoni primordiali sono intorno a noi, e rappresentano l’1% della “neve” che potrebbe essere visto su un televisore non sintonizzato.
Le macchie rosse e blu rivelano zone in cui la CMB è leggermente più calda o più fredda rispetto alla temperatura media di -270 gradi Celsius. Le regioni più fredde (blu) sono quelle più dense che dopo sarebbero diventate stelle e ammassi di galassie.
La mappa viene da più di 15 mesi di osservazioni da parte dell’ESA conil telescopio Planck . La mappa migliora i dati raccolti da due precedenti missioni Nasa chiamate Cobe e WMAP .
Le dimensioni e le variazioni del CMB hanno portato gli scienziati a modificare le loro stime sia dell’età dell’universo che delle proporzioni di materia ed energia che contiene.
I dati più recenti suggeriscono l’universo si stia espandendo ad un ritmo più lento di quanto si pensasse, e quindi risulta di circa 80 milioni di anni più antico: oltre tredici miliardi di anni. Per la precisione 13 miliardi e 820 milioni. Sempre che parlare di “tempo”, abbia un senso rispetto ad un inizio nel quale il tempo non esisteva. E sempre che parlare di “inizio”, possa avere senso, visto che per essere tale deve essere preceduto da “qualcosa”.
Gli scienziati hanno fatto delle piccole modifiche alla composizione stimata dell’universo osservabile: con la materia normale, che è un po’ di più del previsto, pari al 4,9%. Vi è anche più materia oscura, il 26,8%, e meno energia oscura, il 68,3%. I risultati sono descritti in 30 lavori in liberamente disponibili in rete.
In questi ultimi casi, “oscura” è sinonimo di “sconosciuto”. La materia oscura è una sostanza invisibile che sembra aggrapparsi alle galassie, ma la cui esistenza può essere dedotta solo dalla sua attrazione gravitazionale. L’energia oscura è altrettanto misteriosa, e agisce – al contrario della materia oscura – come una forza di espansione dell’universo.
La CMB è ciò che resta della luce che si diffuse attraverso l’universo, non appena divenuto “trasparente”, ovvero “percorribile” dalla luce, circa 380.000 anni dopo il Big Bang. Prima di allora, un plasma caldo di particelle impediva alla luce di diffondersi attraverso il cosmo primitivo. Mentre l’universo si espandeva, la luce primordiale è stata allungata nella sua lunghezza d’onda delle microonde.
“Come quella luce antica arriva a noi, su di essa agisce anche la materia che attraversa come un percorso ad ostacoli, quindi la sua natura deve essere in parte dedotta”, ha detto Charles Lawrence, uno scienziato della missione Planck a Propulsion Laboratory della NASA in California. “La mappa di Planck rivela non solo un universo al suo inizio, ma anche la materia che attraversa per giungere a noi, tra cui la materia oscura, ovunque nell’universo”, ha aggiunto.
Le variazioni, o increspature, nel CMB forniscono un forte sostegno alla teoria della “inflazione”, che descrive non una espansione costante, ma con un breve periodo di forte accellerazione in cui l’universo si è ampliato ad una velocità più veloce della velocità della luce. L’inflazione è la spiegazione favorita dei cosmologi del motivo per cui l’universo è così grande e non omogeneo.
“Le dimensioni di queste piccole increspature sono la chiave di quello che è successo nel primo miliardesimo di un miliardesimo di secondo”, ha detto Joanna Dunkley all’Università di Oxford. “Planck ci ha dato la prova evidente che indica che queste smagliature nel disegno dell’universo, si sono generati durante questa espansione incredibilmente veloce, subito dopo il Big Bang.”
Alcune caratteristiche della mappa però richiederanno molti anni per essere spiegati. Più a larga scala infatti, le variazioni nelle regioni calde e fredde non rispondono alle aspettative cosmologi. La mappa di Planck conferma anche una strana asimmetria nella CMB che ha disorientato i cosmologi. Il rumore di fondo dell’universo a microonde ha un aspetto diverso in emisferi opposti del cielo, il che implica che l’universo non è lo stessa in tutte le direzioni. Questo esclude la validità di alcune teoria di inflazione. Un’altra stranezza si annida in un punto dove la mappa indica un grande e inusuale “punto freddo” del CMB.
L’universo era già all’inizio quello che è oggi. In potenza. Nell’istante della sua genesi primordiale vi era già lo schema di ciò che sarebbe stato. Probabilmente anche io e voi eravamo già in quello schema, in potenza. E immaginate di essere un Dio all’inizio del tempo e di mettere il vostro dito nell’universo in espansione nel primo miliardesimo di secondo, forse nelle “increspature del rumore di fondo” c’è il disegno d’un dio.