Decennale morte Agnelli: a Torino convergono i parassiti

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Foto di gruppo: quello che và a trans, due cadaveri, non pervenuto e il vescovo che ama gli immigrati ma frequenta i ricconi.

Si sono ritrovate a Torino le sanguisughe di tutta Italia, a ricordare Gianni Agnelli, uno di loro, a dieci anni dalla scomparsa. L’arcivescovo Cesare Nosiglia – quello che vuole farci frequentare immigrati e Zingari, mentre lui frequenta gli Elkann – ha celebrato la Messa solenne, alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in Duomo, la stessa chiesa dove nel 2003 si svolsero i funerali dell’Avvocato.

John e Lapo Elkann con il sindaco Piero Fassino salutano il presidente della repubblica Giorgio Napolitano
Anche al papa Benedetto XVI hanno fatto scrivere le solite frasi fatte: “Una personalità che, per oltre mezzo secolo, si impose all’attenzione nazionale e internazionale per le sue notevoli qualità di imprenditore”.

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“Agnelli – ha detto Nosiglia durante l’omelia – ha speso la parte conclusiva della propria vita a lottare, con tutte le sue forze e la sua intelligenza, per difendere non solo la sua fabbrica, ma tutto quanto essa rappresentava per Torino e per l’Italia”. E gli schiavi, assiepati fuori la Chiesa, hanno applaudito.

I poveri hanno sempre un debole per i ricchi ereditieri, perché non li fanno sentire inferiori, a differenza di chi si è fatto da sé.