Roma invasa dai “para-casinò”

Vox
Condividi!

ROMA – Quella che una volta era l’area industriale hi-tech nella periferia est di Roma, si sta trasformando in un piccolo “bordello”: slot machine, sale da gioco, insegne luminose e colorate e, come dice la Polizia «persone legate a giri malavitosi. Le attività sono assolutamente legali – grazie a Bersani e alle sue “liberalizzazioni” – ma il problema è che possono attirare anche le organizzazioni criminali sempre in cerca di nuovi business».
Via Alenia, Technicolor, piccole e medie imprese strangolate dalla crisi, in arrivo le multinazionali del gioco d’azzardo e le puttane.

E’ il simbolo del declino nella modernità: dal lavoro che “produce” allo spaccio di illusioni. Il degrado morale, culturale e ambientale seguirà a ruota.

Vox

Fra San Basilio e il Raccordo Anulare questi “para-casinò” sono di casa, vicini alla sede del V Municipio: al 1110 c’è Punt’Otto annunciato da cartelloni pubblicitari con donne ammiccanti in abiti succinti e lo slogan «play and resort», gioca e rilassati; poche decine di metri ecco le insegne luminose di Royale, e poi il pretenzioso – nel nome – Dubai Palace, del quale è annunciata la «prossima apertura».
Tornando verso il centro di Roma, all’angolo con via di Pietralata, davanti alla caserma Ruffo, l’immensa sala giochi Las Vegas ha occupato un vecchio capannone commerciale. Il bar all’angolo, oltre a servire colazioni e pasti veloci, offre un’attrezzata sala di slot machine dedicata chissà mai perché a Cleopatra. Sullo stesso lato della Tiburtina, andando verso il centro, il Manhattan Caffè, insegne tutt’altro che discrete, promette il brivido delle slot machine e delle videolotterie, mentre poco più avanti sulla sinistra, all’altezza di via dei Cluniacensi, ha aperto un’altra immensa sala giochi. E si parla di un mega-hotel con annessa sala giochi d’azzardo di prossima apertura. E’ il mondo delle liberalizzazioni, la società senza controlli.

La guardia di finanza ha avviato delle verifiche patrimoniali per capire chi c’è dietro questo boom, l’esito dei controlli ancora non è stato reso noto. E carabinieri e polizia hanno attivato un presidio del territorio potenziato, temendo il rischio di infiltrazioni malavitose. Ma non è questo il punto.
Il “gioco” è il nuovo mezzo di “intontimento” della società, siamo invasi da inviti più o meno espliciti
e il problema non è il gioco d’azzardo in se – che è sempre esistito – ma la facilità con il quale è ora raggiungibile da chiunque. Una cosa è il casinò che mantiene una sorta di “imene” tra trasgressione e normalità che lo rende evento raro per le persone normali, altra sono i videopoker ad ogni angolo di strada e i giochi on-line pubblicizzati in tv con donnine ammiccanti e promesse illusorie che banalizza l’azzardo come cosa comune. E lo Stato è il pappone legale di questo scempio.