Monti elimina i simboli che lo “disturbano”

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Monti è il “protetto” della burocrazia al potere che in questo caso si è espressa nella ricusazione di simboli che potevano “danneggiarlo”.
E in un caso si sfiora anche il ridicolo. E’ stato respinto infatti il simbolo di un consigliere, tal Samuele Monti, perché mette il proprio nome nel simbolo: per quale strano motivo – visto che oltretutto il simbolo di Monti non è mai stato utilizzato in alcuna elezione – Mario ha più diritto di Samuele all’utilizzo del proprio cognome?Da dove nasce questo privilegio giuridico, se non dall’arroganza?
A dimostrazione del “monti non si tocca”, c’è anche l’eliminazione del logo del Carroccio, che aveva al suo interno i nomi di Maroni e di TreMonti, con la “M” maiuscola che secondo i selezionatori del ministero non può essere utilizzato.
Il Carroccio ha già provveduto alla modifica delle “M” incriminata.
Calderoli: “Problema risolto” – “Abbiamo provveduto a ridimensionare la M sulla linea delle altre lettere del nome Tremonti – ha subito spiegato Roberto Calderoli, della Lega Nord -. Ripresenteremo il simbolo, il problema è risolto. Il Viminale – ha specificato l’ex ministro per la Semplificazione – ha ricusato il simbolo per le dimensioni della M di Tremonti, perché ciò poteva indurre in confusione con il nome di Monti. Non è colpa di Tremonti – ha aggiunto Calderoli – se il suo nome è simile a quello di Monti. Mi sarebbe piaciuto – ha concluso – che il Viminale avesse posto la stessa attenzione anche a tutte le varie liste ‘Lega-patacca’ che sono state presentate”.

Insomma, il copyright “Monti” è di Mario. E a deciderlo è sempre Mario, che è al governo e ha le mani sul Viminale. Gli altri cambino cognome.