Germania: ora che fine faranno tutti i profughi?

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Con il procedere delle ore dall’inizio dello scrutinio dopo la chiusura dei seggi alle 18, il risultato delle elezioni tedesche è un segno di speranza. L’onda populista avanza. Ha preso forma in Inghilterra, in Francia ha portato Le Pen a sfiorare la presidenza, in Germania ha travolto Merkel. A primavera si abbatterà sul Pd e sul governo mai eletto.

Il nuovo Bundestag, la XIX legislatura tedesca, sarà formato da almeno 700 deputati (con una maggioranza a quota 351) contro i 630 di quello uscente, secondo i dati forniti dalla tv pubblica Zdf. Questo sviluppo è legato al sistema elettorale tedesco che prevede un minimo di 598 deputati, con 299 deputati eletti direttamente e gli altri con il sistema proporzionale e la soglia del 5%. Questo elemento però per tenere conto alla virgola dei voti espressi, vede ogni volta la creazione di seggi supplementari di compensazione per far sì che il Parlamento sia il più rappresentativo rispetto al voto espresso dagli elettori, ma solo per i partiti che superano la soglia.

Gli ultimi dati vedono delle limature minime. L’Unione della cancelliera Angela Merkel (Cdu/Csu) si attesta al 33%, un tracollo (-8,5%) rispetto al 41,5% di quattro anni fa. La Spd del kapò Martin Schulz è al 20,8% (-4,9%), i populisti della AfD al 13% (+8,3%). Liberali (Fdp) al 10,4% (+5,6%), Verdi al 9,1% (+0,7%), Linke +8,9% (+0,3%).

In seggi, al partito del cancelliere Merkel vanno 243 seggi sui 700 del nuovo Bundestag; 153 all’Spd di Schulz; 96 all’AfD (che nel 2013 avendo sfiorato con il 4,7% la soglia del 5%, non riuscì ad entrare al Bundestag); 76 ai liberali di Christian Lindner (tornati dopo essere anche loro rimasti fuori 4 anni fa); 67 ai verdi di Katrin Goering e 65 agli estremisti di sinistra della Linke di Katia Kipping.

La maggioranza è di 351 deputati su 700 e l’ipotesi di coalizione Giamaica (dai colori) nero di Cdu/Csu, giallo dei liberali e verde dei Gruenen, avrebbe 386 seggi. Esclusa da Martin Schulz, leader dell’Spd che ha registrato il risultato peggiore della storia, una nuova Grosse Koalition, che avrebbe 396 voti.

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E ci sono, come negli Usa e come per il Brexit, le prime dimostrazioni contro la democrazia: meno di 1.000 manifestanti, in gran parte giovani fancazzisti desiderosi di essere sodomizzati dai rifugiati, hanno protestato al grido “fuori i nazisti” davanti al locale affittato dall’AfD nel centro di Berlino per festeggiare il risultato elettorale nella centrale Alexanderplatz. I nazisti sarebbero loro, non chi protesta contro un voto democratico. Bizzarro.

A trainare i populisti è stato l’aumento dell’affluenza complessiva al 77% (dal 71% della volta scorsa). Per Alternative fur Deutschland ha votato innanzitutto chi generalmente non vota: 1,2 milioni di persone sono state mobilitate dalla campagna di Alexander Gauland e Alice Weidel. E il tema principale per cui il partito è stato scelto è la politica sui migranti e i profughi e le paure legate alla sicurezza interna.

La seconda grossa fetta è arrivata dal partito di Merkel, 1,05 milioni di tedeschi, che nel 2013 avevano votato per la Cdu hanno cambiato partito. Meno voti sono arrivati invece dall’SPD (470 mila), dalla Linke (400 mila) e dai liberali (40.000).

Secondo l’istituto Infratest Dimap per Afd nei nove Laender dell’est della Germania, un tempo divisa dal muro, il partito ha ottenuto il 21,5% dei voti, con una percentuale ben al di sopra della media federale. Per i sondaggi demoscopici della ZDF questa percentuale sale al 22,8. E il partito sarebbe stato scelto per lo più da uomini, un tempo ‘Ossi’, tedeschi dell’Est. Il fenomeno non sorprende, è dell’est anche il movimento di Pegida, che negli anni scorsi ha sfilato nelle città orientali ogni lunedì contro l’islamizzazione del paese. Come sfilavano, ogni lunedì, i loro padri contro il governo di Honecker e la Stasi. E dimostra che il comunismo ha ‘protetto’ la popolazione dalla propaganda post-seconda guerra mondiale, i tedeschi dell’Est sono sfuggiti al senso di colpa dettato dal ‘peccato originale’.

Ma AfD cannibalizza anche la Csu in Baviera, alleati conservatori di Merkel. Il che renderà difficile la formazione di un governo con i Verdi.

Lo European Jewish Congress (Ejc), Congresso ebraico europeo, che vede nazisti ovunque, si è detto allarmato dal successo di Alternativa per la Germania (AfD) nelle elezioni tedesche di oggi e ha ordinato a tutti i partiti di non formare alcuna alleanza con la formazione populista: “Siamo fiduciosi che i partiti centristi al Bundestag garantiranno che l’AfD non abbia alcuna rappresentanza nel futuro governo di coalizione”, afferma l’Ejc, aggiungendo che “alcune posizioni abbracciate durante la campagna elettorale mostrano livelli allarmanti di intolleranza che non si vedevano in Germania da molti decenti e che sono, certamente, di grande preoccupazione per gli ebrei tedeschi ed europei”.

Queste organizzazioni ebraiche non rappresentano gli Ebrei. rappresentano solo una minuscola élite alla Soros che, come le nostre élite, vuole la dissoluzione delle Nazioni attraverso l’immigrazione. Gli Ebrei che vivono tra noi, invece, votano sempre più partiti populisti: perché il pericolo è l’Islam, non il nazismo, che è finito decenni fa, e il suo spettro da agitare serve solo a chi vuole l’immigrazione per indebolire la resistenza. Ma ormai, questo gioco non riesce più.