Germania: sarà boom per l’estrema destra anti-Merkel

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Domani si vota in Germania, gli elettori metteranno alla prova il masochismo tedesco post-guerra mondiale nutrito dal senso di colpa.

Il partito identitario Alternative für Deutschland (AfD) è forte, molto più forte di quanto i sondaggi non intercettino. Per i sondaggi è in una media del 10%, che ne farebbero il terzo partito dopo Merkel e i socialdemcratici, prima di tutti gli altri. Alcuni sondaggi non ufficiali lo danno al 20 per cento.

Le zone più calde per l’AfD sono l’Est, dove la popolazione è stata protetta dalla propaganda inoculata invece nella testa dei cittadini dell’Ovest dalla fine della seconda guerra mondiale (uno degli effetti collaterali imprevisti del Comunismo reale), e la Baviera.

E se in Baviera i partiti tradizionali scelgono le facili adunate nelle birrerie dell’Oktoberfest, i candidati dell’AfD si mettono a parlare all’interno di locali improvvisati in periferia, nei presidi sanitari – un paziente di Stoccarda è finito nelle cronache locali per aver dimostrato il proprio dissenso: «Non voglio andare dal medico e trovarmi in un covo di estremisti».

Sono comizi volanti, che si sciolgono così come si sono assembrati, di cui giornali e tv non parlano, ma che ci sono: È vero che da quando ci sono così tanti stranieri i reati di molestie e abusi nei confronti delle donne sono aumentati?», chiede la conduttrice del Tg della sera sulla «Bayerischer Rundfunk» al sovrintendente alla sicurezza regionale. «Beh, sì, il numero dei reati sessuali da parte di stranieri è all’incirca raddoppiato – è stata la risposta -, anche se certo questo dipende anche dal fatto che ci sono in generale più stranieri che in passato».

Arrivano “loro” e gli stupri raddoppiano, è emergenza

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Secondo gli ultimi sondaggi in Baviera il 37 per cento considera i migranti indesiderabili. L’AfD punta a loro, e lo fa con il richiamo a quei «valori identitari», che sono stati da sempre patrimonio elettorale della Csu, consorella della Cdu in Baviera.

E poi ci sono gli astenuti, un partito-ombra che alle ultime elezioni prese il 28,5 per cento. Oggi quegli stessi non votanti potrebbero essere trascinati a destra: «C’è una discreta fetta di popolazione – dice Sigrid Rossteutscher, politologa a Norimberga – che non ha partecipato alla crescita degli ultimi quindici anni, e che per questo è frustrata, distante, delusa».

I politici faticano ad avvicinarsi a queste realtà, perché al fondo pensano che l’astenuto sia una causa persa, e quindi lasciano che ai bordi delle grandi città crescano sempre nuovi non-elettori.

All’ultimo dibattito tra i candidati locali prima del voto, nella popolare trasmissione Muenchner Runde, il candidato dell’AfD non c’era. C’era quello della Csu, quello dell’Spd, la candidata verde Claudia Roth, persino il candidato del partito di sinistra Linke (che in Baviera si aggira intorno al 3 per cento dei consensi). Ma domenica si presenteranno i suoi elettori, anche senza invito.