Violenza al centro profughi, “Si lamentava di wi-fi lento per il porno, voleva uccidermi””

Vox
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La testimonianza della ragazza violentata dai profughi ai carabinieri. Il giorno prima dell’aggressione il richiedente asilo stava guardando un sito porno sul tablet e si era lamentato della connessione wi-fi troppo lenta.

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“Penso che volesse uccidermi”, dice ai carabinieri, mentre ancora si trova in ospedale, raccontando di come il ventenne l’abbia seguita fino ai bagni, in una zona non aperta agli ospiti del centro, per poi aggredirla.

L’operatrice spinta contro una doccia, mentre il 20enne cercava di baciarla e le metteva le mani addosso. Lo svenimento.

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Come ci hanno spiegato i leccapiedi di Boldrini, ai poveri maschi africani in fuga dalla guerra in Siria serve il wi-fi per contattare le famiglie. E anche i telefonini ultimo modello comprati con i nostri soldi, ci ha spiegato Saviano, servono loro per tenersi in contatto con moglie e figli lasciati in Siria. O in Africa, tanto la geografia è opinabile nell’immaginifico mondo dell’accoglienza business.