«Tutela del territorio sangermanese dall’invasione delle popolazioni africane e non solo. Provvedimenti»: è il titolo della delibera adottata dalla giunta di San Germano Vercellese, comune di 1.800 abitanti che ha deciso di multare chiunque affitti case ai cosiddetti profughi africani in fuga dalla guerra in Siria, senza aver prima informato il Comune.
Il sindaco, ovviamente, è leghista, e vuole rendere la vita difficile a quanti si rendono disponibili al business dell’accoglienza.
Minniti ha replicato a un’interrogazione sull’argomento dichiarando che la linea adottata dal municipio piemontese non è quella del governo (non eletto a differenza del sindaco) ma che eventuali provvedimenti di annullamento possono essere adottati solo dalla magistratura.
La delibera è stata approvata in agosto ed è stata voluta dal primo cittadino di San Germano, Michela Rosetta. La premessa della delibera sul «pericolo di invasione africana» è esplicita: «È intollerabile che Prefetture, privati, organizzazioni (religiose e non), cooperative ed enti in genere – scrive la sindaca – facciano business con il sistema dell’accoglienza fregandosene dell’amministrazione comunale che, suo malgrado, si troverà costretta a gestire enormi problemi quando la grande maggioranza dei richiedenti asilo si scoprirà non avere diritto allo status di profugo, continuando a pesare sulle comunità locali». La parte sanzionatoria prevede multe che vanno da 150 a 5mila euro per quanti concedano spazi ai migranti senza comunicarlo al municipio entro 15 giorni. Chi dovesse aggirare l’obbligo verrà inoltre «tallonato» dagli uffici comunali e chiamato a produrre certificati sugli impianti o sullo stato di salute degli ospiti. «Chi accoglie profughi fa attività alberghiera senza i dovuti permessi» è il refrain di San Germano.
San Germano vuole rimanere a Zero Profughi.
«Le affermazioni contenute nella delibera di giunta del Comune di San Germano Vercellese non sono in alcun modo conciliabili con la strategia del Governo concretizzatasi con l’accordo tra Viminale ed Anci sul progetto dell’accoglienza diffusa» ha detto Minniti durante l’ultimo question time alla Camera. Il responsabile del Viminale ha d’altra parte dovuto ammettere che «nel vigente quadro normativo non è rinvenibile alcun potere di annullamento da parte dell’Amministrazione dell’interno degli atti deliberativi adottati dagli enti locali. Eventuali illegittimità possono, dunque, essere fatte valere in sede di impugnazione davanti al giudice amministrativo solo dai soggetti legittimati». Tradotto: toccherà a un giudice, se qualcuno vi farà ricorso, stabilire se l’«ordinanza di tutela del territorio sangermanese» è legittima o no