TUNISIA CI SCARICA MIGLIAIA DI DETENUTI, BOOM SBARCHI

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Gli sbarchi sono ripresi, in grande stile. Dallo scorso fine settimana circa 1.800 clandestini sono stati vomitati da navi militari straniere (operazione Pontus) e Ong coordinate dalla Guardia Costiera sulle nostre coste.

Gli ultimi 410 clandestini sono stati scaricati a Palermo ieri, in tempo per essere portati dall’imam Orlando al cospetto del Dalai Lama. Tra loro anche donne incinte, una ha partorito sul barcone: perché in Libia lavoravano, lo stesso lavoro che la Mafia nigeriana farà fare loro in Italia. E poi, con lo ius soli che Vaticano e PD vogliono assolutamente, il frutto del loro lavoro sarà subito italiano. E a seguire la madre (mater semper certa est pater numquam) e tutta la famiglia fino alla settima generazione.

La ripresa degli sbarchi coincide con l’invito dell’Italia a Khalifa Haftar per il 26 settembre per incontrare il ministro della Difesa Roberta Pinotti e alti ufficiali dello Stato maggiore. «Denunciamo l’invito giunto, specie perché la Corte penale internazionale ha chiesto ripetutamente l’arresto degli affiliati (del generale) colpevoli di aver commesso crimini di guerra». Lo scrive in una nota il Consiglio militare di Sabratha. Dove in questi giorni ci sono stati scaramucce tra le fazioni con alcuni morti:

https://www.libyaherald.com/2017/09/17/sabratha-fighting-leaves-at-least-three-dead/

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Demenziale irritare le milizie che controllano i porti della Tripolitania, da dove partono i barconi, per incontrare chi controlla la Cirenaica (Bengasi), zona troppo lontana per dare vita ad un traffico come quello di questi anni:

Ma il fronte si allarga alla Tunisia. Che noi finanziamo, non solo per farci sequestrare pescherecci, ma anche per farci inviare migliaia di detenuti appena liberati dalle carceri tunisine.

Gli arrivi che si sono registrati in provincia di Agrigento (2.100 circa) e a Lampedusa (2.800) sono più difficili da individuare. «Un’immigrazione pericolosa» l’ha definita il procuratore di Agrigento Luigi Patroneggio, accennando alla presenza di terroristi dell’Isis sui barconi degli sbarchi fantasma. E resta soprattutto da chiarire la causa all’origine della ripresa delle partenze proprio dalla Tunisia.

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Appena pochi anni fa, infatti, l’Italia, oltre a collaborare attivamente con le forze di sicurezza tunisine, ha donato loro sei motovedette, quattro pattugliatori, un centinaio di fuoristrada, radar e strumenti di controllo per potenziare i controlli sulle coste. Probabilmente vogliono altri soldi. E intanto si liberano di delinquenti e terroristi islamici.