Scafisti umanitari e di Stato scatenati: 15 interventi in poche ore, cui si devono aggiungere alcuni del giorno precedente e altri di ieri, oltre 1800 clandestini raccattati nel fine settimana, con l’aiuto delle navi militari e di quelle delle Ong rimaste davanti alla Libia a caccia e il coordinamento della Guardia costiera italiana.
A questi, si devono aggiungere i clandestini degli «sbarchi fantasma» sulle coste dell’Agrigentino, Lampedusa e Sardegna, alcune centinaia solo negli ultimi giorni.
I primi 371 sono sbarcati ieri a Trapani dalla «Aquarius», la nave di Sos Méditerranée su cui opera anche il team sanitario dei famigerati Medici senza Frontiere.
Altri 589, a bordo della «Vos Hestia» di Save the Children, sbarcheranno stamattina a Catania: «Sono stati recuperati tra 30 e 50 miglia dalla Libia – spiega la portavoce di StC, Giovanna Di Benedetto -. Questa è la zona dove noi e le altre Ong stiamo operando adesso in sicurezza, dopo che è stata istituita la Sar libica che riteniamo pericolosa».
Una menzogna:
Non solo,la nave militare irlandese «Yeats», parte dell’operazione Pontus, ha preso a bordo altri 552 clandestini e tre cadaveri, e arriverà oggi ad Augusta. Nave irlandese carica clandestini in Libia e li traghetta in Italia.
Altri 120 clandestini sono su una nave della Marina che dovrebbe attraccare a Messina o a Pozzallo.
Ieri mattina la nave «Open Arms» della omonima Ong spagnola ha raccattato in Libia 120 afroislamici poi trasferiti su una nave militare: «Dopo che dalla zona a est di Tripoli, Sabratha, Zawiya, le milizie impediscono le partenze – spiega Riccardo Gatti, capo missione di Proactiva Open Arms – le navi delle Ong si sono spostate a ovest e lì stiamo facendo i salvataggi. Ma ultimamente ci sono molte navi militari, italiane e di EunavforMed, che navigano in quell’area e da ovest le chiamate di soccorso sono molto diminuite».
Il governo italiano non ha alcuna intenzione di interrompere il flusso. Solo di ‘regolarlo’ in modo da rendere l’invasione ‘ordinata’.