Isis ha rivendicato la bomba nella metropolitana di Londra attraverso l’agenzia ufficiale dello Stato Islamico Amaq.
Torna il terrorismo islamico a Londra. Un ordigno è esploso nella metropolitana stamani alle 8.20 in un treno che stava arrivando nella stazione di Parsons Green. Il convoglio era stipato di pendolari.
Sono stati visti dei “contenitori con esplosivo” all’interno del vagone in cui si è verificata l’esplosione. Si è scatenato ovviamente il panico e i passeggeri sono fuggiti appena il treno si è fermato alla stazione: sono saltati fuori dalle carrozze e si sono messi a correre. Molti i bambini che stavano andando a scuola.
Sono rimaste ferite 18 persone, nessuna in gravi condizioni, molte hanno riportato ‘bruciature al volto.
Sono tra noi. Sono ‘normali.’
Un’italiana, Roberta Amuso, si trovava nella stazione di Parsons Green al momento dell’esplosione che ha innescato il panico tra i passeggeri della metro. “Non ho sentito chiaramente l’esplosione, non ho avuto neppure il tempo di capire: sono stata investita da una massa di persone che si precipitavano fuori dal treno – il racconto della donna bergamasca, a Londra per lavoro -. Sono corsa anche io verso l’uscita. Chi inciampava e cadeva per terra veniva calpestato. Sono stati attimi di paura”.
Questa è la vita al tempo dell’immigrazione islamica. Possono colpire ovunque.
E’ stata intanto rafforzata la presenza di agenti di polizia sui trasporti pubblici di Londra dopo l’attacco alla metropolitana. Lo ha annunciato il capo dell’anti-terrorismo di Scotland Yard, Mark Rowley, secondo cui centinaia di detective sono al lavoro per far luce sull’accaduto.
Illusi. Siamo tutti illusi. Non è una questione di ordine pubblico, come insegnano i saggi buddisti della Birmania, è una questione demografica: la risolvi solo espellendo centinaia di migliaia di musulmani. Perché tra loro sono i terroristi.