Nuovo giro di vite da parte di Facebook contro la libertà di espressione. La multinazionale sta assumendo un esercito di 3.000 censori che si occuperanno di monitorare il sito a caccia di post e commenti ‘pericolosi’.
“Non esiste assolutamente posto in Facebook per l’odio o il contenuto che promuove la violenza o il terrorismo”, ha affermato il Vice Presidente Senior per le soluzioni di marketing globale Carolyn Everson, annunciando la decisione. Dimenticando gli innumerevoli video di violenza trasmessi in diretta o le innumerevoli pagine filoislamiche che propagandano lo sterminio degli infedeli.
“Appena determiniamo che il contenuto ha violato i nostri standard comunitari, lo rimuoviamo”. In realtà non esiste alcuno ‘standard comunitario’, ma regole decise dal padrone e presunto fondatore di Facebook. Il che è legittimo, o almeno lo sarebbe se Facebook non fosse divenuto un monopolista di fatto da regolare secondo leggi antitrust che impediscano la censura.
Ma gli Stati vogliono più e non meno censura. La Germania ha recentemente approvato una nuova legge che sarebbe stata perfetta in quella dell’Est: multe milionarie ai social network se non cancellano commenti che disturbano la Merkel.