Prof sospeso perché critica Islam, caso finisce in Parlamento

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«Professore osa criticare l’Islam e viene trattato come un dissidente alla sovietica». Ricorderete la vicenda:

Prof che critica Islam perseguitato come dissidente: questa preside manda ispettori a casa – FOTO

Il dissidente è stato ieri protagonista dell’interrogazione parlamentare presentata dal deputato Daniele Capezzone.

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Il 31 maggio scorso il professor Pietro Marinelli, docente di diritto in un istituto tecnico dell’hinterland milanese, tenne una lezione sullo Stato islamico per i suoi studenti dell’ultimo anno. Quando il docente entra in classe gli studenti, come da consuetudine, si alzano tutti in piedi. Non proprio tutti. Tutti tranne un’egiziana che si giustifica dicendo di essere molto stanca per via del digiuno in tempo di Ramadan.

Il professore, come riferito dallo stesso Capezzone nella sua interrogazione, anziché limitarsi a richiamarla a comuni norme di buona educazione decide di aprire una «civile discussione» sul mese sacro islamico «con la studentessa che sosteneva che il Ramadan fosse un semplice periodo di riflessione e il docente che spiegava all’intera classe che per i musulmani il Corano discende dal cielo essendo stato dettato da Allah accennando, allo stesso tempo, valutazioni critiche nei confronti di tale credenza e, soprattutto, definendo poco umana la pratica del digiuno prolungato prevista dal rito».

La vicenda ha provocato la reazione prima della famiglia della studentessa e poi anche della preside dell’Istituto Falcone-Righi di Corsico che ha immediatamente aperto una procedura disciplinare, conclusasi con sette giorni di sospensione del docente e relativa decurtazione dello stipendio a causa della violazione di due articoli della Costituzione – il 3 e il 19 (uguaglianza e libertà di culto) – e di due articoli del codice deontologico e – aggiunge Capezzone – «addirittura un successivo accertamento medico volto a stabilire l’idoneità all’insegnamento del professore».

Ricordiamo che l’Italia non riconosce l’Islam come religione ufficiale, nonostante i tentativi del partito di riferimento degli islamici, il PD. E che il Corano, parola rivelata, è in totale contrasto con la Costituzione: qualsiasi giudice giudicherebbe incostituzionale un movimento che si basasse su tale libro che impone di uccidere i non musulmani e discriminare le donne in quanto tali.

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Tornando alla vicenda del prof dissidente, la famiglia e la dirigente hanno anche presentato due esposti ai Carabinieri, il secondo volto «a tutelare l’onorabilità dell’Istituto».
«Nel nostro Paese – denuncia Capezzone nella sua interrogazione – sussiste una libertà di espressione costituzionalmente garantita, il docente ha solo fornito una valutazione dell’Islam alla luce degli studi fatti, rientra negli obblighi educativi stimolare gli studenti ad avere una visione critica della vita e delle tradizioni religiose; peraltro, da sempre i cristiani ascoltano lezioni su crociate o Inquisizione senza che ciò comporti, per docenti o autori di libri, automatiche denunce e sospensioni dal servizio».

Capezzone conclude chiedendo al ministro analfabeta dell’Istruzione Valeria Fedeli se sia a conoscenza di questa «incresciosa vicenda e quali iniziative intenda intraprendere per tutelare un docente, particolarmente stimato, leso da un provvedimento ingiusto della propria dignità e professionalità».