Toscana, le notizie saranno filtrate dal piccolo fratello Rossi

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Il governatore della Toscana Enrico Rossi ha creato un locale ministero della verità: l’agenzia giornalistica regionale “Toscana notizie” – già di per sé è un ossimoro che dei giornalisti lavorino per un organo istituzionale -, monitorerà stampa, radio, tv, siti web alla caccia di espressioni fasciste e razziste e le invierà all’avvocatura regionale che le denuncerà alle procure competenti.

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Ecco le parole di Rossi: “Abbiamo avuto un’estate caratterizzata da tanti episodi che rappresentano apologia di fascismo e che sono espressione di odio razziale, anche religioso. Il fenomeno non può essere sottovalutato. La nostra Costituzione garantisce libertà a tutti i cittadini, ma è chiarissimamente una Costituzione antifascista e antirazzista. Esistono leggi da far rispettare: la legge Scelba che vieta l’apologia di fascismo e la legge Mancino che vieta l’odio razziale e religioso. La nostra agenzia d’informazione tutti i giorni passerà in rassegna stampa, tv, radio, siti web per vedere se ci sono violazioni a queste leggi. Se ci saranno sospetti, li invierà alla nostra avvocatura, la quale, per tutelare la Costituzione e il buon nome della Toscana sporgerà denuncia alle procure dove si sono verificati i fatti. Faccio appello anche a voi (ndr. giornalisti e cittadini) a rivolgervi a questa agenzia se avete notizie di queste violazioni di legge. Il nostro impegno si intensificherà. Non si può scherzare su questi temi, si è oltrepassata la misura. Distribuiremo la Costituzione a tutti i ragazzi della Toscana. Rispetto a questi rigurgiti bisogna avere una risposta forte delle istituzioni, ma anche di piazza. Mi rivolgo ai sindaci, ai prefetti, ai questori: non sempre è obbligatorio dare le piazze”.

VERIFICA LA NOTIZIA

Nemmeno votare un personaggio come Rossi solo perché per tradizione si vota ‘il partito’. La notizia non necessita di molti commenti, è in atto un’opera di censura senza precedenti, degna dei peggiori regimi totalitari. In quest’opera sono impegnati i politici ma, soprattutto, le grandi corporation di Internet.