Profughi sequestrano donna e bambino, magistrati indagano chi li libera

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La procura di Roma ha aperto un fascicolo sul ferimento di un cittadini eritreo durante una lite scoppiata nel centro di accoglienza di via del Frantoio, nel quartiere Tiburtino Terzo a Roma. Il pm Alberto Galanti procede per tentato omicidio ed è in attesa di un’informativa sui fatti sfociati nell’accoltellamento dell’eritreo. I carabinieri ascolteranno l’uomo, ora ricoverato in ospedale, con l’aiuto di un interprete.

Quindi i profughi o sedicenti tali aggrediscono bambini e sequestrano una mamma con un bimbo di 1 anno, ma i magistrati indagano chi, con un blitz in inferiorità numerica contro africani armati di bastone, li libera.

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L’eritreo, 40 anni, senza precedenti, viene descritto come una brava persona, un po’ sopra le righe.

‘Un po’ sopra le righe’, fantastica definizione per uno che ha aggredito dei bambini e minacciato un bimbo di 1 anno.

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“Passava le giornate a raccogliere cicche di sigaretta – raccontano alcuni migranti nei pressi della struttura – forse ieri sera quei ragazzini lo hanno preso in giro e lui ha reagito lanciandogli qualche sasso”. E ricoverato con una prima prognosi di 30 giorni. Ha una ferita piccola ma profonda.