Pellicce e maxischermi: vita di lusso nel palazzo occupato dai ‘disperati’

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Non solo maxschermi e televisori di ultma generazione. Nello stabile occupato di via Curtatone a Roma, lì dove vivevano centinaia di migranti e rifugiati sgomberati dalla polizia prima che scoppiassero le proteste di via Indipendenza, gli agenti hanno trovato oggetti di lusso, come del resto si era visto nel video che vi abbiamo mostrato due giorni fa:

Dentro il palazzo sgomberato: gli Eritrei se la spassavano alle nostre spalle – VIDEO

Dalle pellicce di visone ad oggetti di lusso, dagli abiti firmati alle televisioni al plasma.
Non male, per dei ‘disperati’ che se la spassavano alle spalle degli italiani.

Le indagini sono condotte dal procuratore aggiunto Francesco Caporale insieme ad un pool di colleghi. La Procura vuole fare luce sulle attività illecite portate avanti all’interno del palazzo di proprietà della Holdrng Fimit Sgr (una volta della Federconsorzi).

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Le indagini vertono principalmente sull’esistenza di un gruppo di gestione degli affitti. La Polizia durante la perquisizione ha trovato un tariffario per l’affitto di alcune poltrone: 2 euro ogni 3 ore di seduta. Oppure la presenza di un foglio dei turni per i “dipendenti” (stranieri) della reception, dove sono stati trovati anche sei computer perfettamente funzionanti. Non basta? Altri documenti, scrive la Stampa, riguardano “l’identità degli occupanti e sulle attività di carattere commerciale gestite da questa organizzazione”.

Roma, in palazzo occupato migranti avevano aperto un B&B per jihadisti

Per gli investigatoti era una vera e propria associazione a delinquere quella che gestiva l’immobile occupato da immigrati in via Curtarone con un vero B&B abusivo all’interno frequentato da terroristi islamici di passaggio.

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All’interno di “Palazzo di indipendenza”, questa la scritta che campeggiava sulle brochure che sponsorizzavano il bed and breakfast abusivo nel centro di Roma, una reception sempre aperta e moduli per ottenere un posto letto, ma pure un badge personalizzato, dopo i controlli di un “comitato interno”.

Non solo. Il pm è convinto che all’interno di via Curtatone si procedesse anche alla falsificazione di documenti di identità. Per questo agli agenti della Digos è stato detto di cercare timbri appositi per produzione di passaporti e carte d’identità fasulle.