Disgusto. Uno si aspetterebbe da Avvenire, giornale dei Vescovi italiani, una levata di scudi. Invece, sul caso della bambina inglese (bianca e cristiana) tolta ai genitori per essere affidata – meglio dire: venduta – ad una coppia islamica, si trova a leggere un articolo propedeutico a preparare gli italiani a casi analoghi anche in Italia, intervistando un procuratore dei minorenni che si occupa di affidamenti.
Ormai è evidente il desiderio di sottomissione proto-sessuale di buona parte della Chiesa italiana. Non possiamo contare su di loro. Anzi: sono parte del problema, con i loro insegnamenti nichilisti di un Cristianesimo distorto.
Si inizia annunciando un futuro distopico:
In Italia una vicenda come quella capitata a Londra non potrebbe al momento verificarsi. Sia perché famiglie musulmane o di altre religioni disposte ad accogliere, attraverso un percorso d’affidamento, bambini italiani sono quasi introvabili, sia perché la legge italiana sull’affido è profondamente diversa. Eppure riflettere sugli scenari che potrebbero aprirsi da qui a qualche anno – come ammette il procuratore dei minorenni per il Piemonte e la val d’Aosta, Anna Maria Baldelli – non è un esercizio vano.
Poi la domanda che lascia agghiacciati:
Quando anche in Italia avremo famiglie islamiche disponibili all’adozione, come ci si dovrà comportare?
Dovranno essere come le famiglie italiane che rispettano il credo islamico di un loro affidato. E dovranno convincersi che l’affido familiare è una straordinaria risorsa ma, come tutto ciò che riguarda i minori, dev’essere maneggiato con delicatezza e con rispetto.
Insomma, si stanno preparando. Ma ci stiamo preparando anche noi.