Profughi sono i nuovi padroni dello spaccio: “Con permesso umanitario”

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“Non stupisce, quindi, il fatto che la quasi totalità degli spacciatori arrestati abbia lo status di RICHIEDENTI ASILO.”

I magrebini, in Montagnola, non si vedono più. Il mercato dello spaccio, fisiologicamente, segue flussi e movimenti, migratori. E, periodicamente, cambia volti e ‘padroni’. Così è accaduto nel parco al centro della città dove, dati dei carabinieri della compagnia Bologna Centro alla mano, negli ultimi mesi il 90% degli arrestati per spaccio è di origine centrafricana. Gambiani e nigeriani, in particolare, ma anche ghanesi e guineani gestiscono in esclusiva la vendita al ‘dettaglio’ della marijuana in città.

In sostanza profughi.

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Un mercato concentrato alla Montagnola, appunto, ma che punta a espandersi anche verso la zona universitaria, area appannaggio esclusivo di tunisini e marocchini, almeno di giorno. Perché quando cala la sera, la piazza viene condivisa, in una sorta di tacito accordo di non belligeranza tra spacciatori. Una convivenza possibile perché, al momento, i due macrogruppi si occupano della vendita di sostanze diverse: ai nordafricani spetta infatti lo smercio di hashish, soprattutto, ma anche dell’eroina e, in casi più sporadici, della cocaina.

Il cambio ai vertici delle piazze risente, come detto, della situazione politica internazionale e degli arrivi di migranti dagli stati centrali dell’Africa: una manodopera a basso costo abbondante, che permette ai grossisti di avere un ricambio costante di ‘cavalli’, da selezionare direttamente fuori dai centri di accoglienza. Non stupisce, quindi, il fatto che la quasi totalità dei centrafricani arrestati o denunciati per spaccio, la maggior parte senza fissa dimora, abbia lo status di richiedente asilo.

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Arginare un fenomeno che vede numeri in continua crescita non è semplice, complice anche una normativa che, per il piccolo spaccio, non prevede neppure l’arresto.

Sarebbe semplice: non importare immigrati ed espellere quelli che ci sono. Ma abbiamo i consumatori di droga al potere. Lo dicono le loro azioni. Lo dicono le loro parole. Lo dice la loro totale mancanza di comprensione della realtà.