Governo crea la polizia del web: Gay, Islamici e Soros ti guardano

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Un elenco di associazioni che diventeranno sceriffi del web. A consegnare la stelletta a onlus di gay, rom e via dicendo è stato il ministero della Giustizia, che ha dato loro l’incarico di scovare i cosiddetti “hater” della Rete.

L’obiettivo? Sanzionare, denunciare, espellere dai social network quali Facebook, Twitter e via dicendo.

“A livello nazionale -diceva il ministro Andrea Orlando – abbiamo avviato un tavolo di lavoro con le organizzazioni non governative per stimolare la nascita di un soggetto, non pubblico e non statale che, in alleanza con le piattaforme, possa costruire efficaci contronarrative rispetto alla propaganda d’ odio”.

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La lista delle Ong che dovrebbero fungere da nuovi sceriffi sono molteplici, in totale 51. Ci sono Amnesty international, l’Unione forense per la tutela dei diritti umani, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite, la Comunità Sant’ Egidio, l’Unione delle comunità islamiche italiane, la Confederazione islamica italiana, la Comunità religiosa islamica italiana, il Centro islamico culturale d’ Italia. Ma non è tutto. Non potevano mancare ovviamente le associazioni gay: Arcigay, Arcilesbica, Rete Lenford, circolo Mario Mieli, associazione Gaynet, circolo Pink di Verona. Tra le altre spunta però anche l’ Associazione 21 luglio, una associazione nata per far rispettare i diritti dei rom. E che tanto si spende per dire che i nomadi vogliono integrarsi.

Inquietante. Abbiamo un governo che vuole imporre una ‘verità’ di Stato. E per farlo si serve delle varie ong, come si è servito delle ong per traghettare clandestini in Italia fino a quando era necessario farlo. E lo fa usando i soldi dei contribuenti finanziando questi servi. Ora, in democrazia non esiste una verità di Stato, e il governo non si impegna nel divulgarne una.

Ma tutto questo rientra in un più ampio movimento nato dopo la vittoria di Trump che ha segnalato al Sistema che l’informazione stava sfuggendo loro di mano. E bisognava intervenire con la censura delle voci indipendenti.

ONG, TUTTE LE STRADE PORTANO A SOROS

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Un’accelerazione si è avuta dopo Charlottesville. In America, dove il primo emendamento impedisce la persecuzione della libera espressione, questo compito è stato affidato alle corporations di Silicon Valley, una vera e propria oligarchia che ha di fatto il controllo di Internet, sono state definita la ‘polizia morale’ del web per avere tolto di fatto la voce a chi è contro la Globalizzazione, l’immigrazione e il terrorismo islamico.

In Europa, una missione come quella di Defend Europe ha dovuto aggirare il blocco della multinazionale PayPal che ne aveva congelato i fondi raccolti attraverso donazioni di privati cittadini. Google, nota per avere licenziato chi osa opporsi alle proprie pratiche discriminatorie, sta tentando di strangolare siti indipendenti sfruttando il proprio ruolo di monopolista di fatto nella pubblicità web.

E’ in atto un tentativo di silenziare chi dà voce al popolo per tornare al controllo dell’informazione da parte dei grandi gruppi finanziari. Che infatti sono gli stessi dietro le Ong.

Questa storia del cosiddetto ‘hate speech’ è la foglia di fico con la quale il Sistema vuole tappare la bocca a chiunque non sia lieto di farsi sodomizzare dall’orda afroislamica. In democrazia non esiste ‘hate speech’, solo ‘free speech’, come ricorda la sentenza della Corte suprema americana. Ma a palazzo chigi vanno di moda gli ayatollah della censura.