Se nasci in Vaticano sei cittadino italiano, Ius Soli al contrario

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La legge vaticana prevede che nascere in Vaticano non porti l’automatico ottenimento della cittadinanza, anzi. Il cittadino apolide che si trova a vivere in Vaticano diventa ipso facto italiano.

“Papa Francesco: ‘Sì allo Ius soli’. Se lo vuole applicare nel suo Stato, il Vaticano, faccia pure. Ma da cattolico non penso che l’Italia possa accogliere e mantenere tutto il mondo. A Dio quel che è di Dio, a Cesare quel che è di Cesare. Amen. #stopinvasione”.

Il leader della Lega Matteo Salvini su Facebook commenta così l’intromissione del kamikaze Bergoglio nella politica italiana sul riconoscimento della nazionalità per i figli di immigrati che nascono sul suolo italiano.

Reagisce anche un altro leghista, Roberto Calderoli, convinto che Bergoglio “sbagli a invocare la cittadinanza per tutte queste persone che ancora devono dimostrare di volersi integrare, adeguandosi a quelle che sono le nostre leggi e al nostro modo di vivere”.

Inoltre, aggiunge, “l’introduzione nel nostro ordinamento dello ius soli e dello ius culturae regalerebbe la cittadinanza italiana a oltre due milioni di immigrati che, peraltro, non la richiedono neppure. L’Italia – ha detto – è lo Stato che concede più cittadinanze in Europa, oltre 200mila l’anno: non c’è nessuna ragione per regalare di colpo due milioni di nuove cittadinanze. A differenza della Città del Vaticano dove la concessione della cittadinanza avviene raramente e solo in casi eccezionali”.

Troppa moderazione nelle reazioni a quella che è una gravissima intromissione del capo di uno Stato estero e di una multinazionale implicata nel traffico di bambini.

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La cittadinanza vaticana è regolata art. 4 della legge sulle fonti vaticane del 2009 e dai Patti Lateranensi del 1929. Non si ottiene quindi la cittadinanza vaticana per ius soli. Mica sono scemi, loro. Come con la questione dei ‘ponti e non i muri’, lo predicano a noi comuni mortali, mica lo mettono in pratica per loro: io so io, pensa Bergoglio, e voi nun siete un cazzo.

In particolare, a parte ovviamente i cardinali che non si riproducono, o almeno non dovrebbero, per i cittadini vaticani si applica uno Ius Sanguinis tra i più restrittivi del mondo, anche se loro lo chiamano in modo diverso.

Sono cittadini vaticani, infatti, il coniuge e i figli di un cittadino vaticano, ma solo nel caso siano conviventi.
Gli ascendenti e i fratelli di un cittadino vaticano, ma solo se sono conviventi.

Al 31 dicembre 2011 le persone in possesso della cittadinanza vaticana erano solo 594. Un club esclusivo. Molto esclusivo.

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Non solo. I coniugi perdono la cittadinanza se il matrimonio viene annullato o dispensato, se viene pronunciata la separazione o se i figli o i fratelli di un cittadino vaticano al compimento del venticinquesimo anno d’età siano inabili al lavoro e debbano dipendere dal cittadino vaticano.
Solo il pontefice, che è un dittatore, può concedere per altri motivi e ridare la cittadinanza vaticana. La Città del Vaticano non riconosce diritti politici per i suoi cittadini dato che è una monarchia assoluta a carattere vitalizio.

Non solo, se un cittadino vaticano perde la cittadinanza, magari perché ha il figlio handicappato, diventa ipso facto cittadino italiano. Li scaricano a noi. Molto cristiano.