Profughi trasformano centro profughi in discoteca: “So’ ragazzi”

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Barriere fonoassorbenti tra la caserma Serena e i residenti delle abitazioni vicine. È la soluzione che il sindaco di Casier, Miriam Giuriati, ha proposto a Gianlorenzo Marinese, legale rappresentante della Nova Facility che gestisce l’accoglienza dei profughi nella caserma, dopo le proteste arrivate da diversi cittadini per schiamazzi notturni, musica ad alto volume, risse e disordini sempre più frequenti. E Marinese ha detto sì.

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Che si trovi presto un modo per rendere meno difficile la vita dei residenti lo auspica Giuliana Zanusso, una donna che vive accanto alla struttura: «Non dormiamo più, negli ultimi mesi la situazione è inaccettabile». Il figlio ha ripreso con lo smartphone una “normale” mattinata alla caserma, con musica sparata ad alto volume dagli ospiti del centro. «La convivenza è peggiorata» continua la signora Zanusso, «abbiamo contattato sindaco e forze dell’ordine, ma non è cambiato nulla. Sentiamo musica, urla, schiamazzi a qualsiasi ora del giorno e della notte. Cenano, poi ballano, poi fino alle cinque del mattino giocano a calcio nel piazzale. Ne arrivano sempre di nuovi, soprattutto donne incinte e bambini, a volte litigano e siamo costretti a chiamare i carabinieri».

Quella della signora Zanusso non è l’unica lamentela arrivata al sindaco Giuriati, che infatti ha contattato i responsabili della struttura. «Innanzitutto ci scusiamo con i residenti per i disagi», risponde Marinese, «quest’estate abbiamo avuto anche il Ramadan, gli ospiti cenavano alle dieci di sera. Sono ragazzi e dalle otto di sera alle otto di mattina non possono uscire, è normale che pratichino attività anche rumorose, il piazzale della caserma è l’unico loro sfogo. Abbiamo 15 operatori a vario titolo, compresi medici e infermieri, a presidio della struttura».

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La convivenza diventa però sempre più complicata: «Per questo intendiamo attuare il suggerimento del sindaco sui pannelli fonoassorbenti. La prossima settimana valuteremo la fattibilità del progetto assieme ai nostri tecnici, capiamo le necessità degli altri cittadini».