ONG, presto affonderanno un barcone per riprendere il traffico umanitario

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Non sarà – a meno di improvvisa e insostenibile crisi di astinenza da migranti – immediata, ma state certi che nel giro di qualche settimana, massimo mese, assisteremo ad un bel naufragio in acque libiche, che i media di distrazione di massa ovviamente svenderanno come ‘Canale di Sicilia’, tanto per amplificare il senso di colpa dei soliti cuckold. Non sappiamo dire quanti saranno i morti, tanto nemmeno li contano, basta sparare numeri a caso con la complicità dei soliti giornalisti a libro paga delle multinazionali: ma sappiamo che, certamente, saranno utilizzati per richiedere a gran voce la ripresa delle operazioni di traghettamento delle Ong.

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Del resto il business è troppo fiorente per non attirare criminali di ogni tipo. Figuriamoci se gli stessi mercenari assunti da alcune ong avrebbero una pur piccola remora ad affondare qualche barcone per ridare fiato al flusso di clandestini e soldi.

E allora preparatevi. E’ nato tutto così, al tempo del governo Letta, con un bello e salutare naufragio in Libia. E dopo fu Mare Nostrum. E 1 milione di afroislamici fatti trasferire dalla Libia all’Italia. Ora, probabilmente, qualcuno ha dato lo stop, altrimenti la sommossa popolare sarebbe stata inevitabile: la rana va bollita lentamente, o potrebbe rendersi conto e saltare via. Ma tranquilli, presto l’assalto riprenderà. Starà a noi farci trovare pronti, perché molto è cambiato, e non possiamo tollerare il suicidio etnico assistito della nostra nazione.