Prete trafficanti si difende: “Non conosco scafisti”, loro lo conoscono bene

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E soprattutto cononosco bene il suo numero di telefono

“Non ho mai ricevuto chiamate dagli scafisti e non ne ho mai conosciuto nessuno”.

Sceglie i media amici di Agorà Estate su Rai3 il telefonista dei clandestini, don Mussie Zerai, prete indagato con l’accusa di segnalare l’arrivo dei barconi e favorire così l’immigrazione clandestina. Come denunciato da Vox fin dal 2013 :

Dietro l’ondata di clandestini? Un prete in Vaticano

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“Ricevo solo chiamate dai migranti in difficoltà”, la tesi piuttosto bizzara dell’immigrato eritreo, “A quel punto chiamo la guardia costiera italiana e libica per far partire i soccorsi. Non esiste nessuna chat segreta in cui le Ong si mettono d’accordo”.

Poi accusa il ministro degli Interni: “Minniti sa benissimo qual è la situazione in Libia oggi, quindi si assume la responsabilità, insieme alle autorità libiche di tutto quello che sta succedendo, gli abusi i maltrattamenti e le torture che avvengono nei centri di detenzione in Libia. L’Italia e l’Europa sanno benissimo cosa sta succedendo. Ho raccontato più volte delle costrizioni che gli scafisti attuano contro i migranti nei capannoni presenti sulle coste libiche. A quelle persone interessa solo incassare i soldi e poi liberarsi di quelle persone per far posto ad altre. Ho il timore di essere stato strumentalizzato, ma non posso far altro che provare a salvare le vite di chi mi chiama”.

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Lui gestisce una linea telefonica per scafisti. Loro lo chiamano e segnalano l’arrivo di barconi, lui li mette in contatto con Ong e Guardia Costiera. Lo ha fatto per anni, senza che alcun magistrato lo indagasse. Poi è arrivato uno che legge Vox.

Ma Zerai ha ragione: lo ha fatto alla luce del sole, con la complicità delle nostre autorità. Per anni i media di distrazione di massa lo hanno idolatrato, mentre noi lo accusavamo. In lui è nata l’idea che il suo traffico di clandestini fosse ‘normale’.