PROFUGO SPOGLIA RAGAZZINA E LA VIOLENTA, E’ MANIACO DEL PARCO

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La mamma: “Se lo trovo, lo ammazzo con le mie mani”

Slitta a domani l’udienza di convalida dell’arresto del ghnaese trentenne che ha confessato il tentato stupro al Prato ai danni di una ragazzina di sedici anni. Il richiedente asilo rimane in stato di fermo.

“Se lo trovo, lo ammazzo con le mie mani”. È sconvolta la mamma della ragazza di sedici anni aggredita venerdì sera ad Arezzo. Qualcuno, un uomo di colore, alto e massiccio, ha tentato di stuprare la giovane mentre si trovava in uno dei parchi più frequentati della città, il Prato, proprio sotto la Fortezza medicea. La ragazza è lì con un amico, siedono su una panchina a parlare del più e del meno. Ma alle spalle spunta l’uomo, un ghanese. I carabinieri lo arresteranno all’indomani dopo un’operazione lampo durata meno di 24 ore.

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Ma torniamo all’incubo. L’uomo chiede una sigaretta ma vuole altro. Vuole la ragazza. La vuole con la forza. Sferra un pugno in pieno volto ai due, ordina di stare seduti. I ragazzi sono terrorizzati, farebbero qualsiasi cosa pur di mandarlo via, provano a offrire dei soldi ma non è per quello che li ha presi di mira. Spoglia la ragazza, le lascia addosso soltanto il reggiseno. Cerca di toccarla ma lei reagisce e gli tira un calcio. Lui accusa il colpo ma si riprende, tira ancora pugni e colpisce il ragazzo che cade a terra, minaccia i due con un coltello che per fortuna non fa in tempo a usare. Il ragazzo si rialza, la gragnola di colpi continua ma i due amici, non sanno neanche come, riescono a scappare e a venire via da quell’angolo di inferno. Corrono verso la strada che costeggia la Fortezza, viale Buozzi, lei è nuda, ha solo il reggiseno. Provvidenzialmente, una macchina passa di lì in quel momento e l’aggressore si dà alla fuga.

Nell’auto che si è fermata a soccorrere i due ragazzi viaggia una coppia, parte la chiamata ai carabinieri mentre la giovane viene rivestita con un paio di pantaloni. I militari sono lì dopo pochi minuti e chiamano un’ambulanza. I due ragazzi arrivano al pronto soccorso contusi e sotto choc, con i segni delle botte addosso, le labbra gonfie, gli occhi pesti e tanta, tanta paura nello sguardo.

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Meno di due settimane fa, sempre al parco della Fortezza, un’altra ragazza, anche lei sedicenne, aveva denunciato di essere stata aggredita da un uomo di colore mentre si trovava lì con il fidanzatino. In quel caso era stato l’arrivo di un uomo che portava a spasso il cane ad allontanare l’aggressore. Una coincidenza inquietante che fa pensare alla presenza di un seriale. Ma già siamo al punto di svolta: il fermo dell’aspirante stupratore.

Abbiamo importato maniaci dall’Africa. Le Ong, il Governo, la Caritas e tutte le organizzazioni che li traghettano e ne favoriscono la permanenza in Italia devono pagare. Pagheranno. Perché sono criminali. Assassini e stupratori per conto terzi.