Roma, fermato dissidente ‘cinese’ su mandato di Pechino

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Il leader uiguro in esilio Dolkun Isa è stato fermato mercoledì scorso da agenti di polizia davanti al Senato dove doveva partecipare ad un convegno su invito del senatore Luigi Compagna, del gruppo Federazione della Libertà. Portato in commissariato per accertamenti l’uomo è stato identificato e poi lasciato libero.

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“La Digos – sostiene la fondazione Laogai – ha controllato i documenti di Isa, scattato foto segnaletiche, preso le impronte digitali e lo ha infine liberato. Alla richiesta di sapere perché era stato arrestato, gli ufficiali lo hanno informato che avevano agito su una richiesta della Cina che si oppone alle attività politiche degli uiguri che vivono in esilio”. In realtà, dalla questura di Roma precisano che Isa, con cittadinanza tedesca, non è stato arrestato, ma soltanto identificato in seguito alla sua presenza nella banca dati Interpol. Dopo aver approfondito la sua posizione giuridica, il rappresentante uiguro è stato riaccompagnato dagli agenti dove lui stesso ha chiesto di essere portato.

Il fatto che Interpol e polizia italiana fermino persone in una lista fornita da un governo dittatoriale come quello cinese, è vergognoso. Questo al di là del fatto che gli uiguri, essendo musulmani, possono starci un ‘tantino’ antipatici. Ma, come nel caso tibetano, anche la loro terra è occupata dai cinesi. E noi arrestiamo i dissidenti.