Reclamavano, ed a gran voce, il poket money, la paghetta da profugo per gli stravizi. Hanno prima preso in ostaggio e minacciato, rinchiudendoli all’interno di una stanza, alcuni degli operatori. Poi, quando è giunto il responsabile della casa d’accoglienza, si sono scagliati contro di lui con calci e pugni. È stata un’autentica devastazione quella realizzata da un gruppo di immigrati, tutti presunti minorenni, di origini subsahariane. Africani in fuga dalla guerra in Siria. O più seriamente, futuri membri di gang afro che metteranno a ferro e fuoco l’Italia.
Tutti, dopo l’audizione del responsabile e degli operatori della comunità, sono stati identificati e denunciati: in stato di libertà. Dopo avere massacrato a pugni un uomo, preso in ostaggi gli altri, e devastato la struttura.
A formalizzare la denuncia, dopo una breve attività investigativa che è stata successiva all’intervento per la maxi rivolta verificatasi al Villaggio Mosè, è stata la polizia di Stato. Gli agenti della sezione «Volanti» in particolare. Spetterà invece ai poliziotti dell’ufficio Immigrazione della Questura procedere al loro trasferimento in altre strutture di accoglienza, separandoli. Ridicoli. Per questa feccia c’è solo una destinazione: l’Africa Nera.