BOLOGNA, ISLAMICO STUPRA LE SORELLINE PERCHE’ NON INDOSSANO VELO

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Vessazioni, percosse e abusi, anche sessuali, alle due sorelline perché non volevano conformarsi al modello religioso, islamico, della famiglia. E’ l’accusa che ha portato a processo a Bologna un giovane migrante, figlio di nordafricani (oltre che di puttana), per violenza sessuale e maltrattamenti: il Tribunale per i Minorenni lo ha condannato ieri a otto anni.

I fatti emersero quando nella scuola frequentata dalle bambine, che vivevano in un paese della provincia bolognese, gli insegnanti si insospettirono per lividi e assenze prolungate.

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E’ stato ricostruito che il padre aveva affidato le due sorelline al fratello, all’ epoca minorenne, con il compito, in sostanza, di preservarle dalla cultura italiana.

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Ora. Secondo la teoria bizzarra dello Ius Soli, la sola presenza per alcuni anni in un territorio, dovrebbe, per ‘osmosi’, trasformare uno straniero in Italiano. Anche un ritardato comprenderebbe la fallacia di un assunto del genere: se può essere possibile per individui appartenenti a culture vicine integrarsi, è invece impossibile tra ‘culture’ distanti. Figuriamoci ‘trasformarsi’ da africano in italiano. E’ come pensare che si ‘smacchi’ solo perché vive qui. Non avviene, e se non avviene un cambiamento esteriore, figuriamoci all’interno di quella complessa struttura chiamata cervello, che non è ‘pensieri’ mutabili, ma espressione della genetica passata di padre (e madre) in figlio.