Ennesima vergogna della (in)giustizia italiana. La 44enne Donatella Chiari risulta indagata per omicidio colposo a seguito della morte dell’immigrato 43enne Agron Bashmeta, l’albanese che la perseguitava e che la stava inseguendo armato di coltello: lei ha cercato di scappare, è salita a bordo della sua auto mentre lui si sarebbe attaccato a uno specchietto retrovisore. Poi travolto e ucciso, ma involontariamente secondo gli inquirenti che di fatto avevano già chiuso le indagini.
E poi: se qualcuno mi insegue con un coltello e si attacca all’auto, perché se io lo uccido anche volontariamente dovrei essere perseguito? Perché il PD ha fretta di approvare lo Ius Soli, non la Legittima Difesa.
La donna invece adesso è indagata per omicidio colposo. Gli è stato stato sequestrato anche il telefono cellulare, per cercare di ricostruire con chiarezza il rapporto con il suo assalitore.
Secondo i parenti dell’aggressore tra i due ci sarebbe stata molto di più di una semplice amicizia, come invece sostiene la donna, una relazione dicono loro, in cui Agron Bashmeta “avrebbe investito tempo e denaro”. E quindi?