Legalizzata l’ammucchiata: arriva il ‘matrimonio’ poligamico gay, 3 alla volta

Vox
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Era solo questione di tempo. Ed è questione di tempo anche in Italia. Quando apri il vaso di Pandora, non puoi decidere cosa fare uscire e cosa no: esce tutto. Su che basi puoi proibire il ‘matrimonio poligamico’, o ‘gay poligamico’, quando hai approvato quello gay? Semplicemente non puoi, se l’unica discriminante è la consensualità o una forma bizzarra di ‘amore’. E allora, il giornale araldo dell’entropia, il debenedettiano Repubblica ci dà un assaggio di ‘futuro’:

Chi lo ha detto che si può amare solo una persona alla volta? E per chi avesse dei dubbi dalla Colombia arriva la prova: nasce una nuova famiglia formata da tre persone, ed è ufficiale.
Ecco il cuore del documento che ha sancito un matrimonio a tre davanti al notaio di Medellin, la seconda città colombiana più grande dopo Bogotà: “Desideriamo concordare un regime patrimoniale sulla base di una relazione a tre, a conferma che le persone possono stare insieme a prescindere dal loro colore, status, sesso, razza, credo religioso e appartenenza etnica. Questo non è vietato dal diritto internazionale, né dalla legge in Colombia”.
Riassumendo: Manuel Bermudez, 50 anni giornalista, Víctor Hugo Prada, 22 attore, e Alejandro Rodriguez, 36 anni personal trainer, sono sposati ufficialmente dal 3 giugno e formano una ‘trieja’ (coppia in spagnolo si dice ‘pareja’). La città di Medellin saluta per la prima volta in Colombia, una famiglia poliamorosa.

E’ una storia d’amore tra tre uomini. Anzi, tra quattro. Alex è morto due anni fa per un tumore allo stomaco.
Tutto inizia nel 1999. Il mondo sta per finire e una relazione, che sarebbe diventata storica da lì a 18 anni, sta per sbocciare. Alejandro, che al tempo aveva 18 anni e studiava all’Istituto tecnologico, incontra Manuel ad una festa. Ed è colpo di fulmine. Nel 2000 si sposano e fanno scalpore finendo sulle pagine di tutti i giornali colombiani: è il primo matrimonio gay pubblico (in Colombia il matrimonio omosessuale è legale dallo scorso anno).
Nel 2004 Alejandro confessa a suo marito che si sta innamorando di Alex. Di comune accordo decidono di far sfumare la relazione naturalmente. Ma succede l’imprevedibile. Manuel incontra Alex e si innamorano anche loro. Iniziano a vivere tutti e tre sotto lo stesso tetto: “Non eravamo una coppia a tre, ma tre coppie – racconta Manuel – Alejandro e io, Alex e io, Alejandro e Alex”.
Nel 2012 la relazione si allarga. Arriva Victor. “Avevo già tre mariti”, dice Manuel. E le regole per la convivenza si creano naturalmente: non c’è predominio, non c’è sottomissione e i doveri e diritti sono uguali per tutti.
Alex dopo 3 anni muore, pur continuando a vivere nelle loro testimonianze e nella casa in cui vivono. E Manuel, Victor e Alejandro, dopo due anni, coronano il sogno della loro vita e di molti altri come loro: un matrimonio ufficiale.

Colombia, la prima famiglia ‘poliamorosa’: il matrimonio tra tre uomini è ufficiale
Chi lo ha detto che si può amare solo una persona alla volta? E per chi avesse dei dubbi dalla Colombia arriva la prova: nasce una nuova famiglia formata da tre persone, ed è ufficiale.
Ecco il cuore del documento che ha sancito un matrimonio a tre davanti al notaio di Medellin, la seconda città colombiana più grande dopo Bogotà: “Desideriamo concordare un regime patrimoniale sulla base di una relazione a tre, a conferma che le persone possono stare insieme a prescindere dal loro colore, status, sesso, razza, credo religioso e appartenenza etnica. Questo non è vietato dal diritto internazionale, né dalla legge in Colombia”.
Riassumendo: Manuel Bermudez, 50 anni giornalista, Víctor Hugo Prada, 22 attore, e Alejandro Rodriguez, 36 anni personal trainer, sono sposati ufficialmente dal 3 giugno e formano una ‘trieja’ (coppia in spagnolo si dice ‘pareja’). La città di Medellin saluta per la prima volta in Colombia, una famiglia poliamorosa.

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E’ una storia d’amore tra tre uomini. Anzi, tra quattro. Alex è morto due anni fa per un tumore allo stomaco.
Tutto inizia nel 1999. Il mondo sta per finire e una relazione, che sarebbe diventata storica da lì a 18 anni, sta per sbocciare. Alejandro, che al tempo aveva 18 anni e studiava all’Istituto tecnologico, incontra Manuel ad una festa. Ed è colpo di fulmine. Nel 2000 si sposano e fanno scalpore finendo sulle pagine di tutti i giornali colombiani: è il primo matrimonio gay pubblico (in Colombia il matrimonio omosessuale è legale dallo scorso anno).
Nel 2004 Alejandro confessa a suo marito che si sta innamorando di Alex. Di comune accordo decidono di far sfumare la relazione naturalmente. Ma succede l’imprevedibile. Manuel incontra Alex e si innamorano anche loro. Iniziano a vivere tutti e tre sotto lo stesso tetto: “Non eravamo una coppia a tre, ma tre coppie – racconta Manuel – Alejandro e io, Alex e io, Alejandro e Alex”.
Nel 2012 la relazione si allarga. Arriva Victor. “Avevo già tre mariti”, dice Manuel. E le regole per la convivenza si creano naturalmente: non c’è predominio, non c’è sottomissione e i doveri e diritti sono uguali per tutti.
Alex dopo 3 anni muore, pur continuando a vivere nelle loro testimonianze e nella casa in cui vivono. E Manuel, Victor e Alejandro, dopo due anni, coronano il sogno della loro vita e di molti altri come loro: un matrimonio ufficiale.

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Questo genere di unioni è frequente, ma è la prima volta che una di esse “viene legalizzata”, ha spiegato all’Afp German Rincon Perfetti, avvocato dell’associazione Lgbt. “E’ un riconoscimento che esistono altri tipi di famiglie”. Secondo Rincon, la possibilità di accedere a questo regime patrimoniale ha conseguenze “al 100 per 100 legali” per i tre uomini, che in caso di separazione o decesso potranno accedere alle pensioni o procedere a una separazione dei beni. In Colombia le coppie omosessuali hanno diritto i adottare minori che siano figli biologici di uno dei due partner.
Lo abbiamo cantato tutti per anni e forse, anche se scritto nel 1978, Renato Zero concorderebbe: “Il triangolo, no! Non lo avevo considerato. D’accordo, ci proverò. La geometria, non è un reato. Garantisci per lui? Per questo amore un po’ articolato? Mentre io rischierei. Ma il triangolo io lo rifarei! Perché no? Lo rifarei!”

E poi perché fermarsi al ‘numero’? Perché non ‘matrimoni’ con animali, come già richiedono alcune associazioni LGBT. E perché, non i bambini, vero obiettivo dei vari Pride.
Devono essere fermati. Stanno degradando la società a fattoria degli animali.

Questo fenomeno è per il Sistema essenziale, prodromico all’invasione in corso: devi indebolire una società, prima di destrutturarla etnicamente. Frammentarla è il modo migliore per facilitare l’invasione. E il modo migliore di frammentarla è destrutturare il suo nucleo fondamentale: le famiglie.




Un pensiero su “Legalizzata l’ammucchiata: arriva il ‘matrimonio’ poligamico gay, 3 alla volta”

  1. Repubblica a mio avviso è il più immorale dei quotidiani. Quello che esce su quelle laide pagine offende il buon gusto, prima ancora che il buon senso. Sono atea quindi non sono trasportata da falsi pudori, spesso ho letto di giornalisti che parteggiavano visibilmente per i criminali andando così ad instillare il dubbio che il reo fosse dalla parte della ragione. Questo modo di pensare sembra si stia allargando a macchia d’olio e l’Italia ormai un paese fondato non più sul lavoro ma sulla corruzione, spaccio, furto. Insomma, diciamolo, i magistrati tollerano perché il crimine fa girare l’economia, se ancora stiamo a galla e le grandi maison e i supermercati non hanno chiuso è “grazie” a quelli che di notte lavorano…e non sono ne i metronotte ne panettieri!

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