“Dobbiamo fermare la cecità stupida” dell’Occidente davanti al jihadismo che fa dire che “questo non ha nulla a che fare con l’Islam”, accusa lo scrittore indiano Salman Rushdie in un’intervista pubblicata ieri dal giornale francese Obs.
“Sono in disaccordo fondamentale con quegli esponenti della sinistra che fanno di tutto per separare il fondamentalismo dall’Islam”, ha detto l’autore di “I versetti satanici”, che vive da decenni sotto la minaccia di una fatwa mortale.
“Quando quelli di ISIS si fanno esplodere, lo fanno dicendo Allahu Akbar, come possiamo allora dire che questo non ha nulla a che fare con l’Islam?”, si è chiesto stupito.
Lo scrittore, che pur essendo intellettualmente onesto non è, comunque, ‘uno di noi’, spiega di “comprendere” la paura di “stigmatizzazione dell’Islam”, ma aggiunge subito che “per evitare questo stigma, è molto più efficace riconoscere il problema e trattarlo”.
L’autore di “Due anni, otto mesi e ventotto notti” ha trovato “scioccante” ascoltare “Le Pen analizzare l’islamismo con più precisione della sinistra.” “E’ molto preoccupante che l’estrema destra sia in grado di comprendere la misura della minaccia più chiaramente della sinistra”. Ormai sono terminologie superate: la sinistra, semplicemente, non esiste più, ha subito una mutazione.
“L’ipotesi costante della sinistra è che il mondo occidentale è il male. E così tutto viene esaminato sotto questa ottica”, ha concluso Rushdie.