La bella vita dei minori albanesi: mantenuti in centri italiani, paghetta e 50 colpi in villa

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PADOVA – Si trovavano al bar, bevevano uno spritz, poi si dividevano in gruppetti e andavano a svaligiare degli appartamenti. La baby gang albanese, specializzata nel depredare appartamenti, era organizzatissima: c’era chi faceva il palo, chi si intrufolava nelle case per fare razzia, chi andava a seppellire il tesoro lungo l’argine del Bacchiglione in zona Bassanello e chi, infine, vendeva il bottino nei compro oro padovani o nei campi rom milanesi. Da novembre scorso a oggi sono stati accertati almeno 50 colpi, ma gli investigatori stanno indagando su altrettanti ulteriori casi, riconducibili sempre al gruppo di giovanissimi, dai 17 ai 26 anni che agivano anche più volte al giorno, tutti i giorni.

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I delinquenti provengono quasi tutti dalla cittadina albanese di Laç e sono arrivati in Italia come minori non accompagnati quando avevano tra i 15 e i 16 anni. Noi li abbiamo mantenuti per anni in centri appositi e li abbiamo cresciuti. Perché poi ci svaligiassero le case.

Da cosa deriva questa ondata di famiglie albanesi che vengono a scaricare i loro figli in Italia perché siano mantenuti? Dall’effetto congiunto di due leggi. Una che prevede l’ingresso in Italia dall’Albania senza visto, che è una oscenità, vista la delinquenza che importiamo da quel paese. E l’altra:

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Così possono entrare quando vogliono. E non possono più uscire.

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