Spot Rai all’invasione: l’integrazione secondo i Pirla

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Dopo la marcia dei Pirla, uno di loro ci spiega che l’immigrazione è bella

Integrazione secondo Costa. Si chiama così l’enorme spot in favore dell’immigrazione mandato in onda su Rai 2 ieri sera intorno a mezzanotte. Un’ora intera di servizi per spiegare agli italiani che l’immigrazione è bella e tutta positiva.

Che è solo un valore aggiunto e mai un problema. “Il prezzo dell’integrazone è anche il razzismo e luoghi comuni”, dice Costantino della Gerardesca all’inizio della puntata che sembra voler dimostrare “il bello dell’Italia meticcia”. E che però sposa a sua volta tanti luoghi comuni buonisti.

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La trasmissione inizia con una “tavola rotonda” in piazza a Milano sui pregiudizi e razzismo. Seduti attorno al tavolo bianco ci sono Sumaya Abdel Qader (consigliera del Comune di Milano), Alessandro Cheung (imprenditore cinese), Diana Pavlovic (attivista per diritti dei Rom), Modou Gueye (senegalese attore e regista teatrale) e Rav Levi Hazan (rabbino ebreo). La prima domanda è per il cinese, cui viene chiesto di rispondere alla domanda se è vero che i negozi cinesi non pagano le tasse. “Magari – dice Cheung – se fosse vero presentati il commercialista. E poi non ci sarebbero più imprese intestate ad un italiano”. Tutti dicono che i rom non vogliono integrarsi, chiede poi Costantino alla Pavlovic. “Vero che hanno una cultura diversa – mette le mani avanti – Il vostro valore principale è il possedere qualcosa. Nella nostra lingua il verbo ‘avere’ non esiste”. Il programma si dimentica però di ricordare i tanti casi registrati dalla cronaca di banditi rom che svaligiano case, del degrado insopportabile dei campi nomadi e via discorrendo. La faccia della medaglia non è mai una, ma la Rai sembra non ricordarsene. E infatti quando la Pavlovic spiega quali sono i pregiudizi dei rom nei confronti degli italiani (“egoisti attaccati ai soldi”), Costantino non ribatte. Ma le dà ragione. Come a dire: se a pensar male sono gli italiani, son razzisti. Se lo fanno gli altri, tutto bene.

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La discussione vira poi sugli ebrei ricchi e sui musulmani. E qui casca l’asino. Sumaya racconta di un islam “moderno”, affermando però che “ci sono musulmani contro l’Occidente”, ripescando il solito ritornello secondo cui “ogni religione ha i suoi fondamentalisti”. “In questo momento storico – dice la consigliera del Pd – i musulmani vivono una fase molto difficile dove il fondamentalismo sta facendo male ai musulmani in primis e poi agli altri”. Prima ai musulmani e poi alle vittime. Capito? Senza dimenticare il siparietto sulle donne sottomesse all’uomo, come scritto nel Corano: “C’è una parziale verità – dice Sumaya – C’è qualcosa di vero. Se guardiamo l’Arabia Saudita o l’iran è un disastro. Ma basta guardare il viso in altri Paesi e la situazione è molto diversa”.

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Non può mancare, ovviamente, l’intervista all’economista che sostiene le tesi secondo cui gli immigrati “ci pagano la pensione”, “aiutano l’economia” e via dicendo. A parlare è Enrico Di Pasquale. “Gli immigrati sono più giovani e la spesa italiana è destinata a sanità e pensioni – spiega scoprendo l’acqua calda – Quindi gli immigrati pagano le tasse e il saldo tra tasse e servizi è positivo per 2 miliardi all’anno”. Per questo bisogna “importare manodopera straniera”. Non solo. Perché il programma rieducativo della Rai, pagato dai contribuenti con il canone, arriva anche a insultare Matteo Salvini, leader della Lega Nord. Costantino, ospite in una cooperativa che dà lavoro agli immigrati, infatti, dice a uno di loro: “Ma tu lo sai che così stai pagando la pensione alla mamma di Salvini?”.

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Nella fabbrica di bancali, Costantino chiede ai lavoratori se sono mai passati italiani alla ricerca di una occupazione e quello che ne esce è la macchietta di giovani connazionali per cui “questo lavoro non fa per noi”. Perfetta conferma del solito ritornello: “Gli immigrati fanno i lavori che noi non vogliamo fare”. “Dobbiamo ricordarci – dice Costantino – che questi ragazzi pagano la pensione anche per le mamme dei leghisti e dei militanti di CasaPound”. Amen.

“Chi parla alla pancia del popolo cavalca la paura – continua Costantino – La paura di quello che è ignoto e diverso. E l’islam è uno dei loro principali obiettivi”. Il conduttore vuole “sfatare luoghi comuni e pregiudizi nei confronti degli immigrati e delle culture diverse dalle nostre”. Educando gli italiani. E così porta Nina Moric, legata a CasaPound, in una moschea abusiva di via Padova a Milano e poi a pranzo con due musulmani. E poi va in visita in un campo rom alla periferia di Milano. E quale sceglie? Uno di quelli dove la spazzatura la fa da padrone e le armi sono nascoste all’interno delle roulotte? Affato: in un campo curato fin nel giardinaggio, facendo passare l’idea che sia tutto così. Un mondo fantastico. Ci permettiamo di far notare che tra le tante domande che avrebbero “abbattuto i pregiuduzi sui rom”, la Rai si è scordata di chiedere che lavoro fanno molti rom e come fanno ad avere in dotazione ricche auto di lusso.

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In via Padova il responsabile del centro islamico chiede “come è possibile che non ci sia ancora stato un accordo tra Stato e comunità islamiche”. Ma Costantino si dimentica di dire che se questo non è accaduto, la colpa va ricercata (anche) nelle tante divisioni interne alle realtà musulmane italiane e nella poca volontà di accettare in toto i principi liberali della Costituzione italiana. E si dimentica pure di dire quanto scoperto nei giorni scorsi, ovvero che le donne di molte comunità islamiche dopo 10 anni di vita in Italia non hanno ancora imparato la nostra lingua perché “non ce ne frega nulla” e “se educhiamo le nostre figlie qui finisce che aprono le gambe a tutti”. Alla faccia dell’integrazione.