Vescovo senza vergogna, paragona vittime Manchester a clandestini affondati

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Parole disgustose. Senza ritegno. Anche se siamo abituati alle uscite fuori dalla realtà di monsignor Perego, il kapò di Migrantes, la fondazione del Vaticano che è impegnata nel business degli immigrati, stavolta ha passato il segno.

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Cogliendo l’occasione del presunto naufragio in Libia, capitato come una boccata d’ossigeno dopo la strage islamica di un profugo a Manchester, Perego se ne esce così: “Ancora morti nel Mediterraneo, le vittime di entrambe le stragi sono nostri figli e fratelli”. “Difendere e salvare la vita – afferma il presule – soprattutto dei ragazzi e dei giovani, deve rimanere la preoccupazione al centro della politica europea. Se la sicurezza deve interessare tutti, oggi forse dobbiamo scegliere la pace come condizione fondamentale di sicurezza, corridoi umanitari per la sicurezza dei richiedenti protezione internazionale. Ogni semplice chiusura, ogni condanna senza impegno – conclude monsignor Perego – rischia di aggravare la situazione”.

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Quale essere senziente può, senza vergogna, paragonare vittime innocenti di una bomba scoppiata ad un concerto, a clandestini che affondano durante una traversata per la quale hanno pagato migliaia di euro e provengono da paesi come il Bangladesh e la Nigeria? Saranno figli e fratelli tuoi, noi non abbiamo fratelli clandestini. I nostri fratelli e le nostre sorelle sono le vittime di Manchester, vittime dei tuoi fottuti profughi. Di quelli che sono arrivati. Magari, oggi, qualche vittima futura è stata evitata, tra quelle che ci saranno.

E poi basta, sta diventando quasi stucchevole: dopo un attentato c’è sempre uno pseudo naufragio, e ci sono sempre i coniugi Catrambone. Quelli dei mercenari.