ONG: ‘ndrangheta voleva Schettino al comando navi che trafficano profughi

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Il business degli immigrati fruttava talmente bene ai gestori del Cara di Isola Capo Rizzuto da spingerli a studiare nuovi settori in cui investire, con un testimoniale d’eccezione come Francesco Schettino. Il nome dell’ex comandante della Concordia è spuntato nelle carte dell’inchiesta Jonny dell’Antimafia di Catanzaro che ha indagato sulle presunte infiltrazioni della ‘ndrangheta nel centro di accoglienza di Capo Rizzuto. Il piano dell’ex governatore della Misericordia, Leonardo Sacco, era di inserire l’impresa Miser Icr e la Sealounge negli affari del centro d’accoglienza.

Sacco aveva raccontato la sua idea in una telefonata con Andrea del Bianco, direttore della Confederazione nazionale delle Misericordie. Il progetto secondo gli investigatori era semplice, volevano allestire un centro della Protezione civile sull’isola e dotarlo di imbarcazioni adeguate per il salvataggio in mare degli immigrati.

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Come riporta crotonenews.com, i due puntavano a stringere i propri rapporti con membri del governo, così da riuscire a cambiare la legge che ad oggi impedisce ai privati di effettuare salvataggi in mare in modo sistematico. L’idea per un grosso affare c’era tutta, mancava la ciliegina sulla torta che doveva arrivare proprio con Schettino, che avrebbero costretto a lavorare gratis, come se fossero servizi sociali.

Insomma, alla ‘ndrangheta le Ong non bastano, vuole andarseli a prendere in proprio. Questo dimostra che il lavoro che fanno gli scafisti umanitari è voluto dalle mafie.