SGOMINATA RETE ISLAMICA VICINA A ISIS: IMPORTAVA CLANDESTINI ISLAMICI IN ITALIA

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Dietro ai passaggi dei clandestini lungo l’Italia, c’è una fitta rete di scafisti di terra. Sono tutti somali e si preoccupano di prelevare gli immigrati appena sbarcati sulle nostre coste, ne fanno perdere le tracce. Tutto grazie l’ḥawāla, un sistema informale di trasferimento di valori basato sulle prestazioni e sull’onore di una vasta rete di mediatori islamici. Un traffico che ha favorito anche pericolosi jihadisti legati allo Stato islamico. Nell’inchiesta è finito anche un impiegato del Comune di Bari, che si sarebbe lasciato corrompere per dichiarare inesistenti residenze di immigrati somali nel capoluogo pugliese.

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Una maxi operazione ribattezzata “Hawala.net” che va da Bari a Catania, passando per Salerno e Malta, che è anche la sede del Moas. È stata così portata alla luce la rete di trafficanti somali ritenuti che, in associazione per delinquere, lavoravano per far restare gli immigrati in Italia illegalmente e li trasferivano successivamente in Paesi del Nord Europa. Sono accusati di “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina a scopo di lucro, uso di documentazione falsa, corruzione di incaricato di pubblico servizio e falso ideologico in atto pubblico”. Le indagini, dirette dalla Dda della procura di Bari e condotte dai poliziotti della Squadra mobile di Bari, con il coordinamento del Servizio centrale operativo della polizia di Stato e della Digos di Bari, hanno accertato come i somali usassero i money trasfer illegali, tramite l'”hawala informatica”, per far entrare in Italia i clandestini. Tale sistema, che prevede rimesse di denaro e compensazioni tra varie agenzie in Italia e all’estero basate sulla fiducia negli intermediari e su schemi informali, veniva usato dai trafficanti per incanalare le somme che gli venivano inviate dalle famiglie degli immigrati somali per farsi pagare i viaggi verso il nord Europa.