Terremotati: governo chiede indietro soldi dei risarcimenti

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Maria Elena Boschi, a nome della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha citato in giudizio 55 famiglie vittime di terremotati per avere indietro i risarcimenti (da 60 a 200mila euro) pagati dopo la condanna di primo grado della Commissione Grandi Rischi.

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Ad aprile del 2009, la Commissione aveva tranquillizzato i cittadini affermando che lo sciame sismico non avrebbe prodotto gravi danni. Valutazione sbagliata, visto che pochi giorni dopo molte delle case aquilane sotterrarono la vita di chi si era fidato degli scienziati guidati da Bernardo De Bernardinis. Per 55 famiglie iniziò un lungo processo contro la Commissione, che in primo grado fu condannata colpevole. Il 22 ottobre del 2012 il giudice condannò i componenti del gruppo di scienziati a sei anni di reclusione per omicidio colposo e lesioni colpose multiple. La loro colpa? “Aver fornito alle vittime informazioni erroneamente rassicuranti, così inducendoli a rimanere a casa la notte” del drammatico sisma.

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La condanna prevedeva una provvisionale per ciascuna delle famiglie coinvolte nella vicenda, per un totale di circa 8 milioni di euro. Ora, ins secondo grado la Commissione è stata assolta dalla Corte di Appello (solo De Bernardis fu costretto a 2 anni di reclusione) per 13 vittime. Lo chiamarono il “processo alla scienza”, e in effetti sembrava assurdo pretendere di poter prevedere un terremoto. Ma i soldi, almeno quelli, avrebbero potuto lasciarli alle vittime. Subito dopo l’assoluzione, lo Stato chiese immediatamente alle vittime di riconsegnare i soldi versati sui loro conti. Soldi su cui avevano provato a ricostruire una vita devastata dalla morte. Il giudizio ci sarà il prossimo 24 luglio e sarà un giudice del tribunale civile a decidere se i terremotati dovranno privarsi delle somme versate loro dallo Stato.