Parla la madre che ha venduto il figlio ai gay: “E’ un mercato di bambini” – VIDEO

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Kelly Martinez è una donna di 32 anni, la definiscono ‘madre surrogata’: per noi normali ha venduto suo figlio ai gay.

“Mi hanno fatto credere che la surrogacy fosse un viaggio, un miracolo. Io l’ho fatto per aggiungere un capitolo felice alla mia vita. Per rendere la gente orgogliosa di me perché avevo dato il dono della vita”. Lavaggio del cervello.

“La prima gravidanza surrogata è stata con una coppia internazionale di Parigi. Tutto sembrava meraviglioso. Il mio nome non sarebbe stato sul certificato di nascita, non c’era problema. Invece non era vero. Mi hanno mentito. Erano una coppia gay, l’agenzia lavorava con tante coppie gay internazionali. Il mio nome non doveva andare sul certificato di nascita questo era un punto importante per mio marito per dire che il bambino, anzi, i due gemelli che aspettavo, non fossero nostri per non avere obblighi legali”.

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Kelly aveva già due bambini con il marito, di un anno e mezzo una e di tre anni l’altro: “Mi hanno detto che sarei dovuta andare a Chicago al consolato francese per firmare delle carte. Quindi abbiamo preso i nostri due bambini piccoli e siamo andati a Chicago per incontrare la coppia e alle nove di sera, il giorno prima di andare in consolato, la coppia ci invita a cena con i loro e i nostri figli per aggiornarci, questo è il termine che hanno usato. E non capivo cosa volessero dire. E lì mi hanno detto la storia che avrebbero raccontato al consolato il giorno dopo. E la storia è che siccome a Parigi la surrogata è una pratica molto illegale e il mio nome era già sul certificato di nascita, io avrei tradito mio marito con il signore più vecchio della coppia rimanendo incinta dei gemelli e per salvare il mio matrimonio dovevo mandare i bambini a Parigi con il loro padre biologico e che li sarei andata a trovare regolarmente”.

Il marito era molto arrabbiato ma la coppia ha dovuto accettare il compromesso. Così il giorno dopo, con i bambini in braccio, Kelly è andata al consolato francese con quest’uomo. “Quando entriamo nel consolato tutto era in francese, le riviste i poster, le tv. E nessuno traduceva? No non mi hanno fornito un interprete. La console è arrivata e i due si sono messi a parlare in francese per circa mezz’ora. Ho firmato sette carte in francese, non so cosa ci fosse scritto e non me ne hanno dato una copia. Sorridevo e tenevo in braccio il neonato. Hanno riso molto, sono sicura che la storia è sembrata molto convincente alla signora. Mi guardavano e ridevano. Quindi eri imbarazzata? Ero mortificata perché non capivo cosa dicevano. Non parlo francese, solo inglese. Così firmiamo i documenti. Loro si stringono la mano e noi torniamo di sotto”.

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“I soldi sono stati una parte importante ma, come ho detto, vengo da un’infanzia tragica: mio padre è morto che avevo 13 anni, mia madre quando ne avevo 17, mio fratello quando ne avevo 20. Una negatività continua. E il modo in cui l’agenzia me l’ha presentata come se io facessi avvenire un miracolo, compissi un’azione gloriosa. Era il mio modo di curarmi. Ma questa surrogata che ho fatto per la coppia spagnola mi ha distrutto. Non sono più la stessa persona”, conclude Kelly.

In sostanza: una minoranza di privilegiati e criminali si sta approfittando di menti deboli e donne di paesi poveri per dare sfogo ai propri capricci. Sempre escludendo che usino questi bambini per ‘altro’.