L’autopsia ha smentito gli abusivi, che ora andrebbero perseguiti per falsa testimonianza e diffamazione ai danni dei Vigili
Nessuna violenza sul venditore abusivo morto a Roma mentre scappava, con la sua merce contraffatta, da un’operazione anti-abusivismo condotta dai vigili urbani. Scontato, lo pensavano solo i fanatici.
Infatti, dalla Tac effettuata sul cadavere dell’abusivo senegalese morto (forse per infarto) non sono emerse “fratture ed elementi compatibili con un decesso causato da investimento o da un evento violento”. In sintesi: i colleghi abusivi si sono inventati tutto, intervistati da quei coccola clandestini dei media di distrazione di massa.
L’esame dell’istituto di medicina legale della Sapienza ha così escluso responsabilità da parte dei caschi bianchi, accusati dai senegalesi di avere investito il loro collega con un motorino, provocandone così la morte. L’autopsia proseguirà domani anche se l’esame strumentale di oggi sembra confermare l’ipotesi della morte naturale. L’inchiesta sulla morte del senegalese, comunque, prosegue, per cercare di escludere qualsiasi responsabilità da parte degli operatori della polizia municipale, che fin dall’inizio avevano escluso qualsiasi incidente come concausa della morte del vù cumprà.
Dobbiamo anche spendere soldi per indagare sulla morte di un individuo che, semplicemente, non doveva stare in Italia e che è morto violando la legge.