SCANDALO ONG: BOSS DEGLI SCAFISTI AVEVA SUO UOMO SU NAVI MARINA ITALIANA

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Il boss degli scafisti amico dell’uomo Ong piazzato sulle navi della Marina San Giorgio e San Giusto, per contro dell’Unhcr, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati.

Questa inchiesta apre scenari ancora più esplosivi rispetto a quella sul collaborazionismo delle ONG, perché rivela un livello più alto, quello denunciato giorni fa da Vox e Gefira.

La grave pista investigativa – venuta alla luce grazie al giornalista Guido Ruotolo – porta in Calabria e racconta di contatti dei trafficanti con il «mondo grigio» del volontariato, delle Ong, dell’Unhcr. C’è un migrante che, collaborando con le forze di polizia, ha riconosciuto uno dei trafficanti di migranti libico, di Sabratha. Questo boss avrebbe rapporti con un “insospettabile”, un interprete che ha collaborato – addirittura – anche con l’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati e con una Ong.

Il testimone si chiama Mohamed, è un cittadino siriano di etnia curda: «Dopo aver rimandato più volte la decisione, nel mese di luglio scorso io e mia moglie abbiamo deciso di lasciare la Libia e raggiungere l’Europa con la speranza di poter dare un futuro migliore ai nostri figli. In Libia, soprattutto a Tripoli e Sabratha, è facile trovare persone in grado di organizzare viaggi per l’Italia, ma vivendo a Beni Walid non sapevo chi contattare. Così ho chiamato un amico siriano che vive a Tripoli che mi ha messo in contatto con un libico di origini siriane, persona che è considerata molto affidabile, l’ho contattato telefonicamente. Mi ha detto di chiamarsi Abdul e mi ha rassicurato dicendomi che mi avrebbe fatto partire con una grande barca da pesca con al massimo 25 compagni di viaggio. Che per l’equivalente di 6.600 euro avrei avuto anche da mangiare, acqua, giubbotti salvagente, una bussola e un satellitare. Mi disse che il viaggio sarebbe durato poco perché le navi italiane ci avrebbero soccorso subito».

Dunque la partenza, il viaggio. «La sera del 18 agosto, intorno alla mezzanotte, Abdul è venuto a prenderci. Prima di portarci via a bordo della sua BMW, ha preteso il pagamento per contanti della somma concordata. Dopo 15 minuti di viaggio abbiamo raggiunto una spiaggia dove c’erano due piccole barche di legno e circa 60/65 persone in attesa di imbarcarsi. I migranti erano controllati da 5/6 libici armati».

A Mohamed vengono mostrate nei giorni seguenti fotografie di sospetti scafisti e alcune pagine Facebook collegate al nome di Abdul. Il profugo ha riconosciuto in lui l’organizzatore del suo viaggio.

Ricapitoliamo: il clandestino riconosce in Abdul il trafficante di clandestini, il famoso boss dei trafficanti di Sabratha.Tenete presente questo nome, perché è importante.

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Importante perché l’attività investigativa ha scoperto qualcosa di clamoroso. I rapporti di Abdul con un insospettabile, un professore universitario, un traduttore. Sul suo profilo Facebook, si qualifica come interprete e docente di lingua araba presso una università italiana e dice di aver partecipato come traduttore a missioni di Mare Nostrum a bordo della San Giorgio e San Giusto, per contro dell’Unhcr, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati.

Quindi, l’Onu ha piazzato un uomo del boss dei trafficanti, sulle navi della nostra Marina Militare durante la famigerata operazione Mare Nostrum. Con il consenso del governo? Era l’unico?

Questo torna con quanto scritto da Vox e Gefira nei giorni scorsi:

SCANDALO ONG SI ALLARGA: “IMPLICATA ANCHE GUARDIA COSTIERA” – VIDEO

L’Unhcr, braccio armato dell’Onu nel progetto ad ampio raggio di sostituzione etnica, un tempo guidata da Boldrini, è da anni sotto accusa per i suoi legami opachi con il terrorismo islamico in Siria e in altri paesi. Quindi non siamo sorpresi.

E’ in atto una gigantesca operazione tesa alla distruzione dell’Italia come nazione con l’immissione di milioni di africani. Le Ong, in tutto questo, sono solo uno dei tanti utili idioti. La mente è molto più in alto.

La Resistenza non è un’opzione. E’ un obbligo: chi accoglie ‘profughi’ è un criminale. Un collaborazionista.