GUARDIA COSTIERA: “NAVI ONG LE INVIAMO NOI IN LIBIA”

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QUESTO CONFERMA LE ACCUSE DI GEFIRA RIPORTATE DA VOX
L’altro giorno, la Guardia costiera ha difeso l’opera dei trafficanti umanitari da parte della flotta delle Ong. Lo fa fatto per bocca del suo capo, tal Vincenzo Melone, che ha spiega davanti alla Commissione Difesa che le operazioni di soccorso dei barconi si sono estese «dai 500mila chilometri quadrati di competenza italiana ad un milione e centomila, praticamente metà del Mediterraneo».

Il motivo è che la Libia non ha mai dichiarato la sua area di soccorso e con il caos post Gheddafi sarebbe incapace di farlo. E così ci becchiamo noi tutti i clandestini: per motivi sconosciuti, visto che allora potrebbe farlo anche la Tunisia, la Francia o qualsiasi altro paese. L’alto ufficiale – si fa per dire – ribadisce «che le unità navali a nostra disposizione non ce la fanno e dunque dobbiamo chiamare a raccolta chiunque navighi in vicinanza di un evento Sar (ricerca e soccorso), mercantili e navi delle Ong». Lo sappiamo. Che la Guardia Costiera sia complice del traffico è noto a chiunque legga Vox e abbia seguito un po’ più dei giornalisti lo scandalo ‘Canale di Sicilia’:

SCANDALO ONG SI ALLARGA: “IMPLICATA ANCHE GUARDIA COSTIERA” – VIDEO

La Guardia Costiera che garantisce per le Ong, è come Provenzano che fa da garante a Riina. In Libia ce le mandano loro, la Guardia Costiera sta violando la legge – e tradisce la Patria, ma questo per loro non è una novità – ogni volta che invia navi dei trafficanti umanitari in Libia e poi le accoglie nei porti italiani invece di dirigerle in Tunisia o Malta.

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La rappresentante di Moas, una delle organizzazioni sotto accusa, sempre in Commissione difesa, aveva del resto ammesso che l’«unica eccezione per entrare in acque territoriali libiche è quando viene esplicitamente richiesto da Roma». I capi italiani dell’organizzazione sono a Palazzo Chigi! Per questo Soros è andato da Gentiloni, per questo il governo non fa nulla: non può accusare se stesso.

E ieri la nave Aquarius di Msf e Sos Mediterranee si trovava un quarto di miglio dentro le acque libiche. Alle 14.10 nave Aquarius di Sos Mediterranèe/Msf si trovava un quarto di miglio all’interno delle acque libiche. Dal comando della Guardia costiera di Roma hanno risposto che c’era attività in mare senza confermare se stava avvenendo in acque territoriali di un altro paese.

Per l’ennesima volta. Giorni prima è toccato ad altre navi di scafisti umanitari:

7 giorni in Libia con i trafficanti umanitari delle ONG a caccia

Il Comandante della Guardia Costiera non deve essere sentito in commissione perché spieghi o meno se le ONG trafficano, ma come protagonista di questo traffico. Ma anche lui, in fondo, è una mera pedina, traditrice del popolo ma pedina, di ordini diretti del governo. Abusivo e criminale.