ONG INDAGATA, MOAS CHIAMA IN CAUSA GOVERNO: “CI INVIA ROMA IN ACQUE LIBICHE”

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“I nostri interveventi non sono mai autonomi e indipendenti ma noi ci muoviamo ma solo dopo la chiamata del centro operativo di Roma”.

Così un rappresentante della Moas, Ong specializzata nella ricerca e soccorso in mare, ascoltata in audizione in merito all’indagine conoscitiva sulla gestione del fenomeno migratorio nell’area Schengen. “E’ successo” che le operazioni siano venute a meno di 12 miglia dalla costa libica, ha detto l’esponente della Ong. “Si sono verificate queste circostanze, sempre su indicazione del Mrcc di Roma”. Poi ancora, è stato spiegato che “la prassi prevede che riceviamo una telefonata che ci incarica di recarci all’interno di acque territoriali in alcuni casi, a volte ci viene chiesto di avvicinarci e solo dopo individuiamo l’imbarcazione. Quando ci viene richiesto, i nostri interventi sempre su autorizzazione, e chiediamo sempre se le autorità del paese, in Libia in questo caso, siano state informate per sapere se il nostro intervento è autorizzato”.

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“I nostri interveventi non sono mai autonomi e indipendenti ma noi ci muoviam ma solo dopo la chiamata del centro operativo di Roma”. Così un rappresentante della Moas, Ong specializzata nella ricerca e soccorso in mare, audita in merito all’indagine conoscitiva sulla gestione del fenomeno migratorio nell’area Schengen. “E’ successo” che le operazioni siano venute a meno di 12 miglia dalla costa libica, ha detto l’esponente della Ong. “Si sono verificate queste circostanze, sempre su indicazione del Mrcc di Roma”. Poi ancora, è stato spiegato che “la prassi prevede che riceviamo una telefonata che ci incarica di recarci all’interno di acque territoriali in alcuni casi, a volte ci viene chiesto di avvicinarci e solo dopo individuiamo l’imbarcazione. Quando ci viene richiesto, i nostri interventi sempre su autorizzazione, e chiediamo sempre se le autorità del paese, in Libia in questo caso, siano state informate per sapere se il nostro intervento è autorizzato”. E sui salvataggi è intervenuta anche la Guardia Costiera ascoltata in Commissione Difesa: “L’affermazione più volte ripetuta dai rappresentanti delle ong secondo cui le loro unità navali opererebbero sotto il controllo della Guardia costiera è corretta, nella misura in cui tale controllo naturalmente sussiste solo nelle fasi del soccorso”, ha affermato il comandante generale del Corpo delle Capitanerie di porto- Guardia costiera, ammiraglio Vincenzo Melone. “Tutto ciò che avviene al di fuori dell’intervento di soccorso – ha spiegato Melone – il prima e il dopo, non ha alcuna rilevanza ai fini sar: non c’è e non potrebbe esserci, sulla base delle norme internazionali, alcun controllo preventivo e generalizzato da parte del Corpo sulle attività delle unità delle ong, sulle rotte seguite o sulle zone di mare in cui navigano, salvo che per le unità che battono bandiera italiana”, ha concluso.